Lo rivela in una nota l’associazione, spiegando che la vicenda nasce pochi mesi fa, quando il Codacons ha lanciato i ricorsi collettivi contro il Miur in favore di docenti e personale scolastico che “in sfregio delle norme vigenti si vedevano rinnovare i contratti a tempo determinato e quindi prolungare ingiustamente la loro vita professionale all’interno del limbo del precariato”. Il primo ricorso partito dinanzi al Tribunale di Velletri per conto di una insegnante, spiega il Codacons, ha visto il successo dell’azione legale proposta dall’associazione e il riconoscimento dei diritti del lavoratore.
Nel riportare le motivazioni del giudice Antonianna Colli, il Codacons evidenzia come questi abbia accertato “il diritto della parte ricorrente a usufruire della progressione professionale retributiva in relazione al servizio prestato in esecuzione dei contratti a tempo determinato con la parte convenuta e, per l’effetto, condanna la medesima al pagamento delle relative differenze stipendiali maturate, oltre interessi legali dalla maturazione al saldo, nonché alla regolarizzazione contributiva e previdenziale conseguente al riconoscimento delle differente retributive derivanti dagli scatti stipendiali riconosciuti”.
Si tratta di una sentenza, conclude il Codacons, che spiana la strada ai risarcimenti in favore dei circa 2mila precari della scuola che, attraverso il Codacons, hanno fatto causa al ministero per veder riconosciuti i diritti di lavoratori e ottenere le retribuzioni finora non percepite
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