La senatrice Angela D’Onghia (eletta nel 2013 in Puglia nella lista Monti per l’Italia) si dimette da sottosegretaria al Miur.
Le ragioni di queste dimissioni – si legge in una nota – sono nella presa d’atto del fallimento dell’impegno assunto oltre tre anni fa, in forza della delega conferita dalla ministra Stefania Giannini e successivamente confermata dalla ministra Valeria Fedeli, di completare la riforma del sistema AFAM introdotta in ordinamento dalla legge n.508/99 e rimasta inattuata per 17 anni.
Tre anni perduti nel rincorrere una riforma, doverosa, avvertita come necessaria dagli operatori del sistema e indispensabile per far crescere i musicisti e gli artisti di domani.
“Sono delusa e amareggiata – scrive D’Onghia – non accetto la rassegnazione che prevale negli ambienti ministeriali nonostante le mie continue sollecitazioni. La mia candidatura e il mio impegno politico sono stati guidati dalla volontà di poter contribuire al cambiamento e al miglioramento di questo Paese. Sarebbe necessario un impegno comune, un lavoro di squadra costante, delle sinergie che non possono essere garantite da singole personalità, nemmeno dalle più carismatiche e volitive. Mi auguro che le mie dimissioni possano risvegliare la politica del fare”.
“Nonostante il cantiere aperto nel 2014, con il titolo di “Chiamata alle arti” e tre lunghi anni di discussione sulle proposte normative avanzate dal tavolo tecnico appositamente costituito sulle diverse aree delegate dalla legge del ’99, nulla di concreto è stato realizzato, la montagna ha partorito il solito topolino – aggiunge la senatrice -. L’unico risultato, infatti, è rappresentato dall’emendamento alla finanziaria, in corso di approvazione, per il finanziamento degli Istituti musicali pareggiati e delle Accademie non statali, che rischierebbero il collasso finanziario.
“D’Onghia ha fatto bene a dimettersi – commenta la senatrice di Sinistra italiana Alessia Petraglia, capogruppo in commissione Cultura – visto che il governo e il Pd hanno fatto orecchie da mercante alle richieste sacrosante di un settore preso in giro da anni. Dimissioni tardive ma necessarie. Prima hanno fatto saltare due ddl, per ben due volte, relativi a organizzazione, stabilizzazione e statizzazione dei precari. Nella legge di bilancio, così come ho già più volte denunciato, non c’è assolutamente nulla. La ministra Fedeli ora deve assumersi la responsabilità di questo fallimento”.
Dopo le dimissioni da sottosegretario, D’Onghia continuerà a svolgere il suo mandato parlamentare fino alla scadenza della legislatura.
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