Si sta rivelando particolarmente severa l’azione disciplinare intrapresa dall’Ufficio scolastico regionale del Piemonte verso la maestra Lavinia Flavia Cassaro, protagonista, il 22 febbraio, di atteggiamenti e parole pesanti, durante il corteo degli anti-fascisti contro CasaPound Torino verso le forze dell’ordine schierate a difesa del comizio di Simone Di Stefano.
In base a quanto comunicato dal Corriere della Sera, il 5 marzo l’Usr piemontese, che come tutti gli Uffici scolastici regionali agisce a stretto contatto con il Miur, avrebbe notificato un procedimento disciplinare nei confronti dell’insegnante di scuola del primo ciclo, per giungere al licenziamento della maestra.
«La sanzione prospettata – si legge nella nota riportata dal quotidiano nazionale – è quella del licenziamento. Il procedimento anche a seguito di ulteriori approfondimenti effettuati dall’ufficio scolastico nelle scorse ore, è stato attivato in considerazione della gravità della condotta tenuta dalla docente che, seppure non avvenuta all’interno dell’istituzione scolastica, contrasta in maniera evidente con i doveri inerenti la funzione educativa e arreca grave pregiudizio alla scuola, agli alunni, alle famiglie e all’immagine stessa della pubblica amministrazione».
Ricordiamo, che nei giorni scorsi, la Cassaro aveva ricevuto diversi attestati di solidarietà: dapprima dalle “Cattive maestre”, perché “non siamo tenute incarnare 24 ore su 24 e in ogni momento della nostra vita il ruolo del posto di lavoro né a rispettarne la disciplina”; poi, è stata la volta dell’associazione degli avvocati progressisti, secondo la quale “il lavoratore non vende più se stesso ma solo le attività indicate nel contratto e nell’orario ivi previsto, restando irrilevante la sua vita extralavorativa”.
Domenica 4 marzo è stata la volta dell’esecutivo nazionale dei Cobas della Scuola, che attraverso il portavoce nazionale Piero Bernocchi ha parlato di “intollerabile e demenziale linciaggio mediatico e politico-elettorale che ha colpito l’insegnante”.
Tutti attestati di solidarietà per la maestra che, però, sembra che l’Usr non abbia preso minimamente in considerazione.
Nei giorni scorsi, La Tecnica della Scuola aveva preannunciato l’intenzione dell’amministrazione scolastica di agire attraverso un pesante procedimento disciplinare nei confronti della maestra. E che sarebbe stato però anche possibile attuare una sorta di mediazione, per non fargli perdere il posto, destituendola come docente trasferendola nella fila del personale Ata.
A tale proposito c’è un precedente in questa direzione: quello di una professoressa di inglese del liceo Marco Polo di Venezia, che si è lasciata andare a delle frasi pesantissime, ‘postate’ su Facebook, contro i migranti: “bisogna eliminare anche i bambini dei musulmani tanto sono tutti futuri delinquenti” e “speriamo che affoghino tutti… che non se ne salvi nessuno“, aveva scritto la docente. Qualche mese dopo, la donna patteggiò, tramite il suo legale, il passaggio al profilo di Ata per non rischiare di perdere il posto di lavoro.
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