In questo scenario il premier Renzi, per aggredire l’elettorato moderato, potrebbe affidare il dicastero della pubblica istruzione a una persona di stretta fiducia attraverso un possibile spacchettamento del Miur.
Nel passato, basta accertarsene con una breve ricerca, ci sono state altre operazioni di spacchettamento del Miur. Infatti il ministero vero e proprio fu costituito solo con la nascita del Governo De Mita, e in particolare con la legge 9 maggio 1989, n. 168. Il d.lgs. 30 luglio 1999, n. 300 riunì l’allora Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica con il Ministero della Pubblica Istruzione.
Già durante il Governo Prodi I (1996-1998), venne retto dal medesimo ministro, in vista dell’accorpamento deciso solo nel 1999, e assumendo così la denominazione di Ministero della Pubblica Istruzione, Università, Ricerca Scientifica e Tecnologica, noto con l’acronimo di MURST.
Con la nuova legislatura, nel 2001, così come deciso nel D. Lgs. n. 300/1999, avvenne l’accorpamento, e il Governo Berlusconi II dal 2001 attuò tale disposizione: nasce il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, noto con l’acronimo di MIUR. Col Governo Prodi II, nel 2006, il MIUR venne “spacchettato” nuovamente in Ministero dell’Università e della Ricerca, il cosiddetto MUR, distinto dal Ministero della Pubblica Istruzione. La finanziaria per il 2008, la legge n. 244/2007, ha disposto il ritorno alla vecchia Riforma Bassanini e quindi l’accorpamento dei due ministeri. Col Governo Berlusconi IV, si attua, pertanto, tale disposizione, istituendo nuovamente il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. A tal proposito si ricorda parte del passaggio di una discussione alla camera dei deputati di Valentina Aprea che con riferimento al governo Prodi 2006 diceva: ” Credo che il Governo Prodi non abbia considerato abbastanza che l’accorpamento dell’istruzione, università e ricerca – al pari di molti altri che sono stati, di fatto, arbitrariamente « cancellati » da questo Governo – fu voluto da Bassanini, ministro nel primo Governo Prodi, per rendere più efficace ed efficiente, ma anche meno costosa, l’incidenza dei dicasteri sul bilancio dello Stato.
Dunque, il decreto legislativo n. 300 del 1999 aveva un onesto obiettivo: avviare un processo di semplificazione, di modernizzazione e di decentramento della pubblica amministrazione, snellendo le burocrazie ed ottimizzando le sinergie dei macrosettori. E’ evidente che quegli obiettivi non rientrano più nel programma dei Governi di centrosinistra e che, anzi, a distanza di pochi anni, lo stesso centrosinistra di governo rinnega quelle scelte, riducendo Bassanini e le sue leggi ad un puro incidente nella storia delle istituzioni repubblicane “.
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