Il Ministero dell’Istruzione muterà, definitivamente, il proprio assetto.
Il Consiglio dei Ministri ha varato, infatti, una bozza di decreto presidenziale, che completa un percorso di rinnovamento iniziato con l’accorpamento del Ministero dell’Istruzione e di quello dell’Università e che giunge a compimento con riserva di ulteriore adeguamento una volta attuata la riforma del Titolo V della Costituzione con una diversa ripartizione di competenze fra Stato e Regioni. Tre i nuovi Dipartimenti: Istruzione; Università ed Alta Formazione artistica, musicale e coreutica; Ricerca. L’Amministrazione periferica viene basata sugli uffici scolastici regionali, con sede in ogni capoluogo di regione, ed in articolazioni provinciali e subprovinciali.
Un addio definitivo, dunque, ai vecchi Provveditorati, peraltro, già tramutati in Csa, e un colpo di spugna al Ministero della Pubblica Istruzione.
E’ probabile, però, che l’impianto dell’amministrazione scolastica dovrà subire, a breve, altri cambiamenti. Specie se sarà approvato il disegno di legge sulla devolution, che ha già ottenuto il placet, in prima lettura, dalla Camera dei Deputati.