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Mobbing: quanto è diffuso nelle scuole?

Molti insegnanti, solo alcuni anni addietro, dichiararono, denunciandolo, di sentirsi perseguitati da disposizioni talvolta incomprensibili e capziosi da parte dei dirigenti, e messi anche in condizione di inferiorità e di stress nei confronti di altri colleghi.
Concausa di tale “malattia” sarebbe stata la gerarchizzazione di tante istituzioni scolastiche, cosicchè anche il più semplice dei diritti talvolta ha rischiato di diventa un favore, come la più semplice richiesta avrebbe avuto il valore di un compromesso di cui il preside e il suo staff sarebbero stati gli elargitori.
Non a caso da allora è entrato nel vocabolario un novo termine: bossig che è il potere del boss, del capo che, nel caso di alcune scuole dell’autonomia, starebbe assumendo autorità singolare per una pluralità di personale, sempre più impaziente di lasciare la scuola, come del resto l’ascesa costante della sindrome del burn-out segnala.
E il mobbing avrebbe proprio questo scopo: costringere a lasciare, abbandonare il campo, senza intromissioni sindacali e legali.
Da qui il pressing psicologico sottile e diabolico per isolare e mortificare il collega.
Forme di persecuzione psicologica sarebbero: calunniare o diffamare; negare informazioni o fornirle scorrette; sabotare o boicottare o disprezzare; intimorire o avvilire (come nel caso di molestie sessuali); insultare e applicare sanzioni senza motivo.
Sarebbe il mobbing, in altre parole, una sorta di terrore psicologico attraverso attacchi che assumono le forme dell’ emarginazione, della diffusione di maldicenze, delle continue critiche, della lapidazione dell’immagine sociale.
Per questo i sindacati all’epoca puntarono il dito contro la gerarchizzazione della scuola che però, aggiungiamo noi, l’elezione diretta da parte del collegio del preside e dei suoi collaboratori, potrebbe evitare; e probabilmente si riuscirebbe anche senza tale disposizione, solo se gli incarichi assegnati poi non diventassero una sorta di diritto ereditario che non si riesce più a revocare.
Sarebbero dunque anche queste neonate gerarchie la causa della crisi di tanti docenti non adusi alla competizione, né ai favori o a qualche ora aggiuntiva per qualche euro in più? Forse.
Tuttavia con il mobbing qualcuno spiega pure la causa della dispersione, il rifiuto che molti giovani hanno di frequentare la scuola, dove sentono ostilità, sia all’interno della classe e qualche volta pure del docente, e sia dal solito gruppo dei bulli che li contestano o li deridono. Quali le soluzioni?

Pasquale Almirante

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