Un nostro lettore, un docente di Como di scuola secondaria, riferisce di avere problemi con il proprio dirigente scolastico. L’insegnante pensa sia mobbing, ma chiaramente non può accusare nessuno al momento.
Infatti, la linea sottile fra mobbing e “rapporti tesi” non è sempre facile da individuare e spesso solo i giudici riescono a tracciare quel confine.
A titolo d’esempio, per capire come sia difficile individuare se si tratta di mobbing o meno, ricordiamo la sentenza della Corte di Cassazione, in merito alla richiesta di risarcimento dei danni da mobbing contro il dirigente scolastico da parte di un docente, sofferente di una sindrome ansioso-depressiva.
La Corte. in quel caso, ha stabilito che non si trattava di mobbing scolastico, in quanto non veniva dimostrata l’esistenza di un sistema vessatorio ai danni dell’insegnante, caratterizzato sotto il profilo psicologico dall’intenzionalità di nuocerle o di emarginarla.
Il mobbing scolastico deve essere inteso, quindi, come insieme di atti persecutori volti a denigrare, emarginare o umiliare pubblicamente uno dei membri del gruppo-classe o comunque un esponente dell’insieme di cui fanno parte anche i mobbizzatori.
Lo scopo di questi atti è, infatti, quello di indurre il soggetto ad allontanarsi dal gruppo, dovendosi sentire inadeguato all’ambiente.
In generale, i segnali tipici riferiti al mobbing, possono essere così sintetizzate:
Il ruolo leader del dirigente scolastico nelle scuole è sicuramente un archetipo del mobbing a scuola, con il preside alcune volte definito dai dcoenti “padre-padrone” che procura problemi alla personalità degli insegnanti.
Le cause contro dirigenti scolastici “prepotenti” nascono principalmente a partire da eccessivi compiti assegnati ai lavoratori, che però vengono sfiancati a livello personale, in quanto messi sempre sotto torchio dal proprio “capo”.
Spesso il dirigente, nelle situazioni di difficoltà, ad esempio la mancanza di personale, sceglie di affidare compiti che esige vengano svolti secondo procedure stabilite rigidamente e tempistiche molto strette, passando proprio dall’energica motivazione alla vessazione nei confronti del personale.
Per cui le storie di docenti “spostati” sul sostengo anche senza titolo di specializzazione solo per “tappare i buchi” a tutti i costi, o segretari portati allo sfinimento per l’eccessivo numero di mansioni assegnate con tempistiche ristrette, sono solo alcune delle casistiche più frequenti di denunce per mobbing scolastico. Ma questo non vuol dire che solo i dirigenti scolastici mobbizzano docenti e ATA.
Infatti, non mancano certo i casi in cui il mobbing avviene anche fra colleghi, dove il leader decide di prendere di mira il collega più giovane o più timido, oppure semplicemente quello che potrebbe apparire il più dotato professionalmente, ma che al “gruppo non sta proprio simpatico”.
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