Il confronto sul contratto integrativo per la mobilità 2016/2017 procede a rilento, anzi – per la verità – si è addirittura fermato.
Sulla questione della mobilità i punti di contrasto fra le parti sono più di uno ed è ormai quasi certo che l’intera materia sarà regolata con un atto unilaterale del Ministero, esattamente come era avvenuto in un paio di circostanze negli anni passati quando sindacati e Miur non avevano trovato un accordo sulla questione della assegnazione del personale diverse sedi scolastiche (per la cronaca, alla fine, i sindacati si dovettero fare una ragione del fatto che la materia non potrà più essere materia di contrattazione).
Questa volta l’oggetto del contendere è rappresentato dalla entrata in funzione degli albi territoriali e della chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici.
I sindacati hanno chiesto di rinviare l’applicazione delle nuove norme di un anno, mentre il Miur intende arrivare al più presto alla definizione degi albi in modo da consentire già da quest’anno la chiamata dei docenti dagli albi.
Apparentemente il fronte sindacale sembra compatto e intenzionato a non sottoscrivere nessun accordo, ma qualche frangia sta già facendo capire che abbandonare il tavole delle trattative è sempre l’ultima spiaggia e che forse sarebbe meglio cercare di “salvare il salvabile”.
Quello che è assolutamente certo è che il quadro normativo definito dalla legge 107 non può in alcun modo essere modificato per via contrattuale, come avveniva prima della entrata in vigore del “decreto Brunetta” del 2009.
L’ultimo incontro fra le parti si è svolto il 24 novembre, altri sono in calendario per i prossimi giorni. Vedremo se la situazione si sbloccherà, ma per ora non si intravedono spiragli.