Alla fine l’accordo tra Miur e sindacati è arrivato. Con l’amministrazione sicuramente più soddisfatta dei rappresentanti dei lavoratori.
Perché gli albi territoriali e la conseguente “chiamata diretta”, introdotti con la Buona Scuola, che ricordiamo è legge dello Stato, trovano compimento. Facendo perdere la titolarità, peraltro senza averla mai acquisita, a tutti i quasi 50mila assunti dell’ultima fase di reclutamento della Legge 107/15.
Con loro, nel calderone degli albi, finiranno pure i docenti che tenteranno di cambiare provincia. A meno che non riescano trovare posto con il primo ambito-distretto. Con l’anno 2014/15 a fare da spartiacque, perchè gli immessi in ruolo sino a quell’a.s. avranno decisamente più chance di passare nelle scuole o zone individuate.
La magra consolazione delle organizzazioni sindacali sta proprio nell’essere riuscite ad evitare gli ambiti territoriali a tutti gli assunti fino all’a.s. 2014/15 che vorranno spostarsi a livello provinciale: per loro, il futuro contratto dovrebbe prevedere lo spostamento sostanzialmente con le vecchie regole. Quindi a livello comunale e provinciale. Forse anche con la domanda “secca” sulla scuola individuata.
Anche se non è chiaro se tale facoltà, di lasciare fuori dagli ambiti tutti gli immessi in ruolo prima della Buona Scuola, si avrà solo per l’ultimo anno. In ogni caso, è per “salvare” loro che i sindacati hanno scartato l’ipotesi (fattasi sempre più concreta nelle ultime settimane) del contratto unilaterale.
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Alla fine, ha detto più di qualcuno, ha prevalso il buon senso. Anche perché, a quanto ci risulta, qualora non si fosse giunti all’accordo, il Miur avrebbe adottato ‘in toto’, quindi per tutti, quanto previsto dall’ultima parte del comma 73 della riforma approvata a luglio.
Tutto questo però ha un prezzo. E nemmeno basso. Perché si è dato il via libera, a denti stretti, ad un sistema di gestione della mobilità a più facce. Quella (sorridente) dei “vecchi” assunti, che si sentono graziati. Diversa (imbronciata) è quella di chi si vorrà avvicinare a casa perché in servizio a centinaia di chilometri. Poi c’è la faccia (delusa) degli ultimi assunti.
Infine, c’è anche quella dei sindacati. Che, leggendo le prime reazioni sui social, per più di qualche lavoratore è stata doppia. Soprattutto quella di chi per mesi ha detto ai quattro venti che non avrebbe mai firmato un contratto con albi territoriali e conseguente chiamata diretta da parte dei capi d’Istituto. Tra costoro, non ci sono di sicuro i sindacalisti della Gilda, che quando hanno capito che “aria tirava” si sono tirati via dalla trattativa. Gli altri, invece, farebbero bene a spiegare sin da subito come sono andate le cose. Mettendoci la faccia.
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