Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, torna a sottolineare la necessità di rendere trasparente tutta la procedura riguardante la mobilità straordinaria.
“Il ministro Giannini, negando l’evidenza dei fatti, afferma Di Meglio, insiste nell’affermare che il sistema sta procedendo regolarmente, che non ci sono errori nella mobilità, e che il piano straordinario dei trasferimenti non sta avvenendo sulla base di una formula magica ma attraverso una traduzione informatica. Ma poiché l’ampia casistica di errori segnalati da tantissimi docenti racconta una realtà molto diversa, presenteremo una richiesta di accesso agli atti per conoscere il famigerato algoritmo che sta decidendo la sorte professionale, e anche umana, di migliaia di insegnanti”.
“Il ministro Giannini, negando l’evidenza dei fatti, afferma Di Meglio, insiste nell’affermare che il sistema sta procedendo regolarmente, che non ci sono errori nella mobilità, e che il piano straordinario dei trasferimenti non sta avvenendo sulla base di una formula magica ma attraverso una traduzione informatica. Ma poiché l’ampia casistica di errori segnalati da tantissimi docenti racconta una realtà molto diversa, presenteremo una richiesta di accesso agli atti per conoscere il famigerato algoritmo che sta decidendo la sorte professionale, e anche umana, di migliaia di insegnanti”.
“Alla nostra richiesta di ritirare il tabulato della mobilità del primo ciclo e di fare un controllo dell’algoritmo, tarandolo sul punteggio dell’aspirante alla mobilità e di lavorare nuovamente i movimenti, – spiega Di Meglio – il Miur ha opposto il suo niet. Contestualmente, però, ha annunciato che impartirà istruzioni agli USP per procedere alla conciliazione con i docenti che ne faranno richiesta, così da poter ripristinare il diritto degli insegnanti alla sede sulla base del punteggio”.
“Si tratta di un’ammissione di colpevolezza che sconfessa le parole del ministro Giannini alla quale, dunque, conclude il coordinatore Gilda, chiediamo di assumersi la responsabilità politica di questo pasticcio che rappresenta uno dei tanti effetti nefasti provocati dall’applicazione della legge 107/2015”.