In attesa di prendere visione della pre-intesa sottoscritta il 31 gennaio al Miur dai sindacati, cominciano a trapelare i contenuti dell’accordo.
A fornire alcune anticipazioni è la Flc-Cgil, che nell’esprimere “piena soddisfazione per la firma del contratto della personale della scuola sulla mobilità 2017/2018”, spiega che attraverso l’intesa “sono state superate infatti le difficoltà che si erano incontrate nel corso della trattativa e si sono acquisti due importanti principi che erano stati messi in questione dalla legge 107/15 e che il contratto recupera”.
Ma quali sono i nodi sciolti, a favore del personale? “Tutti i docenti – continua il sindacato guidato da Francesco Sinopoli – possono chiedere di essere assegnati direttamente alle scuole, oltre che agli ambiti; la mobilità è libera dal vincolo di permanenza triennale. Tali acquisizioni sono state possibili grazie all’Intesa firmata fra MIUR e sindacati il 29 dicembre 2016″.
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“Ora si vada a regolare -prosegue la nota Flc-Cgil – sempre in sede contrattuale e in coerenza con la citata Intesa di dicembre, la procedura di assegnazione dei docenti dagli ambiti alle scuole, che non potrà che avvenire sulla base di requisiti oggettivi definiti a livello nazionale”.
Il riferimento del sindacato Confederale è alla volontà di sottoscrivere l’accordo sulla chiamata diretta basandolo su pochi titoli, comprensivi di anzianità di servizio. Al Miur, però, non la pensano allo stesso modo. E questo potrebbe essere un problema. Perché, sembra che un mancato accordo su questo aspetto, la scelta dei docenti finiti negli ambiti territoriali, potrebbe far saltare anche le pre-intesa sul resto della mobilità sottoscritta in queste ore.
Ricordiamo, come ha più volte sottolineato dalla ministra Valeria Fedeli, che si tratta di una deroga annuale. Perché il comma 73 della Legge 107/2015 (Dall’anno scolastico 2016/2017 la mobilità territoriale e professionale del personale docente opera tra gli ambiti territoriali) rimane in vita.