A chi saranno destinate le assegnazioni provvisorie dell’anno scolastico 2017/18?
Gli unici sicuri (si intende che potranno presentare domanda, altra cosa è ottenerla), sono al momento i lavoratori della scuola che assistono bambini o anziani con invalidità medio-alta, oppure sono in possesso dei benefici della L.104/92.
Al momento, invece, rimangono in forse tutti gli assunti della Buona Scuola. Che sono in alto numero, nell’ordine di decine di migliaia.
La domanda che molti ci pongono è la seguente: verrà confermata la deroga al blocco triennale dell’anno in corso, attuata nell’anno in corsi sia per i trasferimenti, sia per le assegnazioni provvisorie?
La logica, trattandosi dello stesso personale e di condizioni analoghe all’anno precedente, indurrebbe a dire di sì. Ma i dubbi permangono.
Perché è vero che quest’anno per beneficiare dell’assegnazione annuale (rigorosamente su ambito territoriale, trattandosi di assunti dopo il 2014) non sono servite motivazioni estreme: in tanti, alla resa dei conti, l’hanno ottenuta pur non rientrando nella casistica della patologia o invalidità grave, né nell’assistenza a parenti-affini disabili o che necessitano di assistenza.
Ma è altrettanto vero che qualche giorno fa la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha detto che la deroga nel 2017 verrà accordata “solo ad alcune categorie di docenti”. Per molti, le sue parole sono state intese come una restrizione dei requisiti. E questa possibilità ha fatto entrare in angoscia proprio i tanti che quest’anno hanno potuto beneficiare della deroga e spostarsi in una sede vicino casa.
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“È difficile capire come mai la ministra Fedeli ritenga che si possa garantire la continuità non concedendo l’assegnazione provvisoria a docenti che, sbattuti a migliaia di chilometri da casa, certamente non appena la legge lo consentirà cercheranno un riavvicinamento alle proprie famiglie”, ci dice la professoressa Anna Maria Scuderi, assunta proprio a seguito del piano straordinario della L.107/15.
“Tutti, compresi i sindacati – continua la docente -, gioiscono del fatto che è stato firmato il contratto integrativo, che si potrà inserire la preferenza per qualche scuola e che per quest’anno verrà tolto eccezionalmente il vincolo triennale per i trasferimenti. Ma nessuno dice che questi trasferimenti (solo qualche manciata di posti per provincia) riusciranno a soddisfare solo qualche fortunato docente”.
“E agli altri che non usufruiranno del trasferimento, cosa accadrà? Perché se di esodo (sebbene qualcuno storca il naso all’udire tale termine) si poteva parlare l’anno scorso, di esodo si dovrà continuare a parlare anche per il prossimo anno, dato che i trasferimenti potranno soddisfare solo pochi”.
La docente chiude il suo intervento con un appello alle “organizzazioni sindacali, che dovrebbero rappresentarci: pongano la questione nelle sedi competenti”.
E qui sta il punto: il modello da adottare su utilizzazioni e assegnazioni provvisorie sinora è stato affrontato solo nelle linee generali. L’idea del ministero dell’Istruzione è quella, espressa anche da Fedeli, di ridurne la portata, tornando così all’antico. Ma è anche vero che il testo che si andrà a sottoscrivere dovrà passare per il tavolo di contrattazione. E difficilmente i sindacati rappresentativi faranno passare un testo che arretra sui benefici di cui hanno goduto quest’anno tanti neo-assunti spostati su sedi lontane.
A tanti di loro, ad iniziare dagli 8mila della Fase B assunti lontano da casa, il Miur ha concesso quell’assegnazione provvisoria in deroga, che il comma 108 della L.107/15 prevedeva solo per l’a.s. 2015/16.
Per favorire una risposta positiva alle domande presentate, oltre che per ridurre la portata dei ricorsi a seguito degli errori dell’algoritmo (perché ci sono pure quelli che lontano non dovevano andare, almeno 6-7mila), si è poi deciso di collocare quei docenti pure sui posti di potenziamento. Gli stessi che ora sperano nel bis, per poi tentare la lotteria del trasferimento nel 2018.
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