“Il tema vero è che tutte le procedure di assegnamento devono essere fatte entro il mese di luglio, massimo i primi 15 giorni di agosto”.
È un impegno importante quello che si è preso pubblicamente la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, intervenendo il 14 marzo a diMartedì, il programma andato in onda su La7 e condotto da Giovanni Floris: significa che le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni dovrebbero andarsi a compiere quasi un mese prima dell’inizio delle lezioni.
Interpellata sulla “girandola dei docenti”, cui abbiamo assistito nei mesi scorsi, con assegnazioni provvisorie protratte sino alle soglie del 2017, la ministra ha tenuto a dire che “lo scorso anno è stata un’eccezione”, perché sono state messe in “mobilità 250 mila persone.
L’impegno che mi sono presa è che dobbiamo iniziare l’anno con tutti gli insegnanti al loro posto e non ci dovranno essere cambiamenti ad ottobre o novembre, perchè i ragazzi hanno bisogno di avere il loro docente in classe”.
Leggendo tra le righe, l’obiettivo che si è posta Fedeli prevede un passaggio imprescindibile e repentino: la firma del contratto sulla mobilità.
Come abbiamo già rilevato, in un precedente articolo, le dichiarazioni del ministro sulla volontà di ricucire con i prof e ora di chiudere la mobilità entro Ferragosto, inducono a pensare una sempre più imminente sottoscrizione finale delle norme che regolano le modalità di trasferimento. Ed un incontro, forse non a caso, è previsto proprio nelle prossime ore.
L’idea di Fedeli non è peregrina: nella terza decade di agosto, più i primi giorni di settembre, si potrebbero in questo modo effettuare le immissioni in ruolo, qualche decina di migliaia, e supplenze annuali, circa 100mila. Nei fatti, però, non sarà facile portare in porto il progetto.
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Ribadendo un concetto espresso già poche ore prima al Miur, la Fedeli si è soffermata sulla sua “ricetta” da attuare per far recuperare all’amministrazione centrale del credito da parte degli insegnanti.
Per la responsabile del Miur, è fondamentale coinvolgere tutti nel percorso di riforma della scuola, operando allo stesso tempo per far sì che il prossimo anno tutti gli studenti e le studentesse abbiano in classe i propri prof all’inizio delle lezioni.
“In una Cgil diretta prima da Luciano Lama e poi da Bruno Trentin ho imparato che per affrontare i problemi di chi sta nel lavoro anche nella complessità, bisogna sempre conoscere il contesto, coinvolgere e trovare i punti che uniscono perché ci deve essere un interesse comune. Tutto il percorso scolastico, deve insegnare le competenze, il sapere ma anche introdurre innovazione nel rapporto con il mondo che cambia”.
Però, “attenzione: abbiamo dei ritardi nel nostro sistema scolastico che vanno rapidamente recuperati, perché centrale è quello che diamo agli studenti. Il tema è la qualità della proposta: ho verificato in questi due mesi, due mesi e mezzo del mio incarico che non sono stati coinvolti tutti i soggetti che poi la riforma la devono attuare. Invece – ha concluso Fedeli – è molto importante coinvolgere”.
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