La mobilità del personale scolastico del 2018 sarà organizzata sulla base delle regole adottate per l’anno in corso. Le decisione è stata presa il 22 dicembre al Miur, con l’accordo dei sindacati. Ma anche della parte pubblica, che nell’anno in corso ha riscontrato un numero sostanzioso di problemi in meno rispetto a trasferimenti, utilizzazioni e assegnazioni provvisorie del 2016, anno in cui imperversarono gli errori materiali derivanti dall’algoritmo.
Flc-Cgi, Cisl Scola e Uil Scuola comunicano che “hanno convenuto di prorogare integralmente, e limitatamente all’anno scolastico 2018-19, la validità del vigente Contratto sulla mobilità del personale della scuola”.
A detta dei sindacati, si legge ancora nel comunicato unitario, “le ragioni di tale scelta risiedono innanzitutto nella necessità di assicurare un sereno e ordinato inizio del prossimo anno scolastico.
In questa fase, infatti, fino a quando non verrà definito il nuovo Contratto nazionale, il cui negoziato è appena iniziato, non sarà possibile né regolare un nuovo Contratto di mobilità con validità triennale (come prevede l’atto di indirizzo del Governo all’ARAN), né apportare significative modifiche migliorative rispetto alle deroghe di legge acquisite lo scorso anno.
Modifiche che hanno già eliminato diversi punti negativi della Legge 107/2015 ripristinando la facoltà di trasferimento del personale sulle singole scuole e neutralizzando in grandissima parte la cosiddetta chiamata diretta”.
Il concetto appare chiaro: più di quello ottenuto lo scorso anno, difficilmente si potrebbe ottenere dal Miur. Meglio, allora, devono avere pensato i sindacati, assicurarsi le “coperture” contrattuali in vigore.
Si prevedono, considerato il repentino raggiungimento dell’accordo, tempi di realizzazione della prossimi mobilità decisamente brevi, anche “grazie all’utilizzazione della modulistica e dalle configurazioni di sistema già utilizzate per trasferimenti, assegnazioni provvisorie e utilizzazioni riferiti al corrente anno scolastico”.
“Ciò avrà peraltro riflessi positivi sul lavoro delle istituzioni scolastiche che potranno operare – continuano i sindacato maggiori – con tempi più distesi sia sulla formulazione delle proposte di organico sia sul trattamento delle domande di mobilità”.
I sindacati hanno accolto in modo positivo, “ai fini del rientro nelle sedi di residenza dei docenti, il finanziamento di 150 milioni di euro previsto nella legge di bilancio 2018 al fine di aumentare i posti in organico di diritto utili alle operazioni di mobilità”.
I Confederali, inoltre, auspicano sempre di poter “ricondurre in maniera definitiva l’argomento della mobilità nell’ambito contrattuale, con l’obiettivo di cancellare ogni aspetto deleterio della legge 107/2015 che in tale materia ha operato forzature, tutte da superare, sui diritti dei lavoratori, sulla libertà di insegnamento e sull’imparzialità dell’amministrazione”. Una opportunità, quest’ultima, che rimane decisamente difficile da centrare, visto che “ in sede di esame della legge di bilancio la maggioranza di Governo si è mostrata del tutto contraria alle delegificazione del bonus e di altre materie contenute nella legge 107”.
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