L’incontro sul contratto di mobilità 2019/2020, 2020/2021 e 2021/2022 procede entrando nel merito dei contenuti e sembra essere una trattativa tutta in discesa.
L’amministrazione, come spiegano i dirigenti sindacali della FLC CGIL presenti all’incontro sul rinnovo del contratto della mobilità del 22 novembre 2018, ha presentato una serie di punti che ritiene di prioritaria importanza, fra i quali la permanenza del personale sulla sede di immissione in ruolo in linea con quanto si sta discutendo con la Legge di Bilancio 2019.
I sindacati, unitariamente e convintamente, chiedono di mantenere la disposizione dell’assegnazione dei docenti ai plessi nelle istituzioni con plessi su più comuni, alla contrattazione di istituto, chiedono anche la reintroduzione dei codici meccanografici delle scuole, dei distretti scolastici, dei comuni e delle province. In buona sostanza si tornerà alla fase comunale, a quella tra comuni diversi della stessa provincia e a quella interprovinciale.
Un’altra richiesta, che vede comunque l’assenso dell’Amministrazione, sarebbe la possibilità, da parte dei docenti che chiederanno mobilità, di esprimere 15 preferenze anche tutte di singole istituzioni scolastiche.
Siccome l’Amministrazione non permetterà la partecipazione alla mobilità ai docenti a tempo determinato che stanno svolgendo il terzo anno di FIT prima di entrare in ruolo (a tempo indeterminato) l’1 settembre 2019, i sindacati chiedono l’accantonamento di posti a partire dalla scuola di attuale servizio.
I sindacati chiedono che la percentuale del 30% per i trasferimenti interprovinciali sia mantenuta come soglia minima per le quote di mobilità, qualsiasi arretramento sarebbe inaccettabile.
Il prossimo mercoledì 28 novembre 2018 ci sarà un ulteriore incontro per incominciare a mettere nero su bianco le regole che verranno utilizzate per i trasferimenti dei prossimi tre anni.
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