Mobilità

Mobilità 2020, anche la maggioranza critica Azzolina. Pittoni (Lega): il problema è la compilazione

Non sono solo i sindacati lamentarsi per la pubblicazione improvvisa della Ordinanze n. 182 e n. 183 sulla mobilità del personale scolastico, pubblicate dal ministero nella tarda serata del 23 marzo: le proteste, per quello che viene definito un atto unilaterale prodotto dagli alti dirigenti del dicastero di Viale Trastevere e sottoscritto dalla ministra Lucia Azzolina, sono state prodotte pure da diversi partiti, anche della maggioranza di Governo.

Sgambato (Pd): chi darà informazioni al personale?

Secondo la responsabile scuola della segreteria Pd Camilla Sgambato, “a fronte delle restrizioni a cui tutti siamo giustamente chiamati e dei problemi che, numerosi, riguardano il mondo della scuola, sarebbe opportuna, al più presto, la convocazione, da parte del Ministero dell’Istruzione, di tutte le organizzazioni sindacali”.

Sgambato sostiene che “le domande di mobilità sono online, ma, da esperienza pregressa, sappiamo che tanti docenti chiederanno la consulenza delle segreterie scolastiche e dei sindacati, i cui uffici infatti sono sempre affollatissimi nei periodi di mobilità. Lo scorso anno le domande dei docenti sono state circa 100.000 a cui si devono poi aggiungere quelle del personale ATA. Anche su questo punto, per stabilire eventuali slittamenti o diverse modalità, il dialogo con le parti sociali appare sempre più doveroso”.

Magorno (IV): un atto grave

Ad inizio giornata, si era espresso negativamente sull’operato del ministero, anche il senatore di Italia Viva, Ernesto Magorno, che ha parlato di “procedure di mobilità del personale scolastico” introdotte “snobbando di fatto i sindacati”.

È “un atto grave che mortifica lo sforzo che i lavoratori del mondo della scuola stanno mettendo in atto in queste settimane. La speranza è che, in tempi brevi, questa situazione possa rientrare”.

Fratoianni (SI-Leu): non va bene ‘correre da soli’

Risulta negativo anche il giudizio di Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana-Leu, per il quale “l’aver fatto uscire il decreto sulla mobilità senza un confronto preventivo con i sindacati, credo che sia stato, soprattutto in questa fase così delicata e difficile, un errore”.

“Adesso abbiamo bisogno di avere tutti – prosegue l’esponente di Leu, componente della commissione cultura di Montecitorio – maggiore capacità di ascolto e maggiore cura anche delle interlocuzioni e relazioni sindacali. Solo se teniamo insieme e unita tutta la comunità scolastica e le sue rappresentanze è possibile riuscire a fare scelte condivise e condivisibili”.

“L’emergenza che stiamo vivendo chiede a tutto il governo – conclude Fratoianni – un surplus di coinvolgimento e ascolto e non può essere la giustificazione per ‘correre da soli'”.

Pittoni (Lega): chi farà consulenza?

Pollice verso per l’Ordinanza ministeriale sulla mobilità di docenti, personale ATA ed educatori anche dal senatore della Lega Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a Palazzo Madama: “Va immediatamente ritirata e ripensata dopo un confronto con le forze sindacali, l’altro soggetto firmatario del contratto sulla mobilità”, dice Pittoni.

“Il provvedimento, infatti, non può essere contrario allo spirito e alla lettera delle norme straordinarie per il contenimento dell’epidemia di coronavirus. È vero che, essendo la procedura informatizzata, gli interessati possono trasmettere la domanda da casa. Il problema è la compilazione: il contatto con gli uffici di consulenza è indispensabile per decine di migliaia di lavoratori della scuola, onde districarsi in un quadro normativo complesso e variegato”.

Il presidente della VII commissione del Senato ricorda che gli interessati ai trasferimenti di sede non “possono essere in possesso di dati fondamentali per la scelta come gli aggiornamenti su pensionamenti e posti rimasti vacanti dopo le operazioni di nomina in ruolo relative all’anno scolastico in corso, dati consultabili solo negli uffici territoriali del ministero dell’Istruzione o nelle sedi delle organizzazioni sindacali”.

Alessandro Giuliani

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