Ministro, a pochi giorni dalla scadenza della domanda di mobilità 2020 e con questo forte terremoto causato dalla pandemia in atto, certamente non si sarà resa conto della spada di Damocle che aleggia sulle teste di noi comuni mortali, docenti “fuoriprovincia”, che anche quest’anno si ritroveranno a dover fare i conti con posti di fatto che non sono diventati di diritto, di precedenze che continuano a spuntare come funghi e che non vengono controllate a tappeto nonostante le richieste (ultima quella dello scorso anno all’USR Campania fatta da un gruppo di docenti rimasta ovviamente inascoltata e ne avremmo trovate di belle!) ed infine il continuo vagare di alcuni docenti all’interno della stessa provincia che non riescono a trovar pace e collocazione.
Proprio mentre ci accingevamo a compilare la domanda tra una video lezione e l’altra, siamo andati a riguardare i movimenti dello scorso anno alla primaria di Napoli per renderci conto di quale punteggio occorreva avere per sperare in una possibilità. NESSUNA possibilità. Tutti quelli che hanno avuto un esito positivo erano in possesso di precedenze: non si sa di quali precedenze si tratti né si sa se quelle precedenze sono vere perché c’è sì la trasparenza ma esiste anche la privacy.
La nostra proposta è questa: invertiamo le fasi in modo che si dia precedenza a chi è fuori la provincia da anni (non parliamo di sacrifici e spese che questo comporta perché si cadrebbe nel vittimismo e non è questo il caso), ristabiliamo una quota per chi ha una comprovata e controllata precedenza e diamo un vincolo triennale a chi arriva in provincia indipendentemente da scelte sintetiche o analitiche.
I docenti che dopo un anno arrivano in una scuola per poi cambiarla l’anno successivo recano danno alla scuola tutta.
Buon lavoro Ministro Azzolina.
Rosa Salzano
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