Il 23 febbraio i sindacati hanno incontrato i dirigenti del ministero dell’Istruzione per una informativa sull’OM annuale relativa alla mobilità del personale scolastico per il 2022/23, ricevendo nell’occasione la bozza dell’Ordinanza della mobilità di imminente pubblicazione: subito dopo l’incontro, La Tecnica della Scuola ha intervistato Alessandro Rapezzi, della segretaria nazionale della Flc Cgil, con delega alla contrattazione sulla mobilità del personale della scuola. Ricordiamo che le scadenze per il personale docente dovrebbero essere fissate dal 28 febbraio al 15 marzo.
La Flc Cgil e la Uil Scuola hanno diffidato e messo in mora il Ministero dell’Istruzione, in pratica chiedete la riapertura del CCNI triennale, in caso contrario lo impugnerete tra 15 giorni (l’11 marzo a 4 giorni dal termine di presentazione delle domande). Ci può spiegare perché avete prodotto questa vostra forte iniziativa?
L’iniziativa solleva il tema del comportamento antisindacale, un comportamento cioè che ha impedito il confronto sulla bozza di CCNI sulla mobilità. Portare davanti ad un giudice il Ministero su questo tema significa che, se avessimo ragione, il Ministero sarebbe condannato a riaprire la trattativa. Per i tempi che ci sono stati imposti la mobilità di quest’ anno andrà avanti, ma ricordo che il contratto è triennale e rischia di imporre cose sbagliate per sempre, ipotecando l’esito della discussione sul contratto nazionale.
Quali sono le parti del CCNI triennale 2022/25 che vi hanno indotto a non firmarlo, lo scorso 27 gennaio?
Di fatto tutto l’articolo 2 con tutti i suoi commi: si accetta passivamente l’applicazione della norma sui vincoli triennali, inserendoli e richiamandoli nel testo di un contratto che dovrebbe essere un accordo pattizio. A cosa serve un contratto che applica una legge? Basta la legge! Un contratto dovrebbe utilizzare gli spazi che permettono di andare oltre la norma nell’interesse del servizio.
Inoltre il CCNI non mette a disposizione tutti i posti dei neoassunti per la mobilità provinciale, ed interviene sui passaggi di ruolo da sostegno a posto comune, riducendo le aliquote per 2023/24 e il 2024/25.
La Cisl Scuola, l’unico sindacato firmatario del CCNI, ha sostenuto nelle settimane successive alla firma di aver superato, sia pur parzialmente, al tavolo negoziale la questione dei vincoli per i neo immessi in ruolo dal 2020/21 e di aver altresì attenuato gli effetti della 106/2021 per chi chiede un trasferimento a decorrere dal 2022/23 in fase provinciale. Di più non sarebbe stato possibile ottenere in contrattazione. Voi non lo ritenete sufficiente?
E’ vero che i neo immessi in ruolo potranno fare la domanda di mobilità, ma come ho detto nella precedente risposta in cambio si sono persi diritti che erano esigibili anche a normativa vigente. Per fare un altro esempio, per far capire l’arretramento, che sconteranno soprattutto coloro che vogliono ritornare nella provincia di residenza. Prima di questo CCNI era possibile presentare domanda di mobilità interprovinciale ogni anno se ottenevo una sede indicando solo un codice distrettuale o comunale, questo consentiva a chi è fuori regione di avvicinarsi a piccoli passi.
Questo ora non è più possibile, perché una volta ottenuto un trasferimento in qualunque modo rimango vincolato a quella provincia per 3 anni.
Quali sono per voi le criticità della soluzione Cisl Scuola? Voi cosa chiedete sui vincoli in caso il MI riapra la contrattazione dopo la vostra diffida?
Riaprire la trattativa, vuol dire togliere ogni riferimento nel CCNI a normative di legge che stiamo cercando di superare in diversi modi a partire dal rinnovo del prossimo CCNL. Non è vero che non si possono disarticolare le leggi con i contratti, basti pensare che fine ha fatto la legge 107 nei commi in cui prevedeva gli ambiti territoriali e la chiamata diretta.
Ora i vincolati chiedono ai sindacati di sbloccare le Utilizzazioni e Assegnazioni Provvisorie per il 2022/23, che sono disciplinate da un CCNI che pure andrà rinnovato per i prossimi tre anni, quali possibilità ci sono per i vincolati per la mobilità annuale?
La mobilità annuale nasce per accogliere ed individuare risposte alle situazioni straordinarie derivanti da condizioni particolari. Complesso estendere a tutti questa opportunità. Quello che nel contratto sulla mobilità annuale va rimosso è il divieto ad accedere a queste opportunità per chi è nel vincolo dei tre anni. Se esistono le condizioni di specificità queste vanno garantite a prescindere dal vincolo.
Chiederete l’abolizione del vincolo o perseguirete la strada delle deroghe?
Proseguiremo a chiedere abolizione del vincolo anche nella mobilità annuale, perché anche la politica non se la può cavare così: se si vuol garantire la continuità didattica si devono stabilizzare i posti vacanti e non mettere i vincoli sulla mobilità.
Qualche ora fa avete avuto un’informativa dal MI sull’annuale O.M. relativa alla mobilità 2022/23: quali novità vi sono rispetto al testo del CCNI firmato dalla Cisl Scuola lo scorso 27 gennaio?
Nel confronto sono emerse discrepanze tra i contenuti dell’ordinanza e quelli del CCNI: se non si daranno indicazioni precise non interpretabili ci sarà confusione nell’applicazione delle regole del CCNI, aprendo la strada ad infiniti ricorsi, altro che stabilità del personale!
Cosa risponde a quei docenti vincolati che riempiono i gruppi social in queste ora e affermano che con la vostra odierna diffida ex art. 28, mettete a repentaglio la possibilità per loro di poter presentare la domanda di trasferimento?
Che è esattamente il contrario: la sottoscrizione anomala di questo contratto ha offerto la “foglia di fico” al Ministero, consegnando i lavoratori all’ineluttabilità della norma, tra l’altro in maniera non molto chiara. Noi con la nostra azione proviamo a riaprire la discussione, creando le condizioni per la rimozione o l’attenuazione dei vincoli. Permettimi tra l’altro di ricordare che abbiamo anche un enorme problema che riguarda i colleghi assunti dalle GPS con contratto a tempo determinato a cui vanno trovate delle risposte anche per la loro condizione.
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