Mobilità

Mobilità 2023-2024, Giuliani: “In parte l’hanno spuntata i sindacati. Vincoli? Non credo accertino la continuità didattica” – PODCAST

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara ha firmato oggi l’ordinanza sulla mobilità del personale docente, educativo e ATA per l’anno scolastico 2023-2024. La firma è avvenuta dopo un confronto con le Organizzazioni Sindacali, centrato sull’applicazione dei vincoli normativi alla mobilità, in particolare sulla categoria dei docenti neo-immessi in ruolo.

A discutere del tema, davvero scottante, è stato il direttore della Tecnica della Scuola, Alessandro Giuliani, intervenuto a Radio Cusano Campus. “Ci sono notizie dolci e amare dal confronto con i sindacati. Partiamo dalle amare, quelle che riguardano coloro che lo scorso anno hanno chiesto di raggiungere una scuola e hanno ottenuto il trasferimento. Oggi è stato confermato che per tre anni non si potranno muovere. Si tratta di pochi docenti, chi cambia scuola e ottiene la scuola che aveva chiesto, difficilmente dopo un anno o due decide di andarsene”, ha esordito.

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Mobilità e docenti neoassunti

La questione più spinosa riguarda i neoassunti 2022-2023: “Su questo fronte parliamo di 30, 40 o 50 mila docenti. Seppure con riserva in questo caso c’è stata un’apertura alla possibilità di trasferirsi. Sono state diffuse le finestre durante cui si potrà fare domanda, che poi sarà valutata. Se si raggiungerà la sede richiesta, si saprà tra maggio e giugno, l’effetto reale si avrà dal primo settembre. La questione dei vincoli è importante perché è stato posto un quesito alla Commissione Europea. I vincoli secondo il ministero garantiscono continuità didattica. La Commissione era inizialmente soddisfatta di questa presa di posizione ma adesso, per una serie di motivi, l’hanno spuntata i sindacati”.

“L’81% dei docenti è donna, per questo questa questione riguarda soprattutto le donne. Molte di loro hanno recentemente accettato di essere assunte anche a chilometri da casa. Pur in presenza di posti liberi a vario titolo poi c’è la negazione al trasferimento e poi quel posto va a supplenza, ad un precario. Vari Governi hanno confermato questa modalità anche per porre un po’ un freno all’enorme richiesta di trasferimenti che ogni anno coinvolge tra i 100 e i 200 mila docenti. In un contesto come quello attuale, in presenza di oltre 200mila posti liberi e vacanti sembra una punizione per molti docenti doversi allontanare. La soluzione è quella di coprire quei posti con delle assunzioni a tempo indeterminato, questo è ciò che chiedono i sindacati. Al momento sono pochi i candidati papabili per coprire quei posti, ossia i vincitori del concorso e degli abilitati”.

“L’80 o il 90% dei precari non sono nelle condizioni di poter coprire quei posti perché inseriti nelle Gps, che ora permettono solo ai docenti di sostegno di essere assunti in ruolo”, ha aggiunto.

Si attende un chiarimento da parte della Commissione Europea

La questione non coinvolge solo i docenti ma tutto il personale della scuola. Ma cosa si aspetta adesso? “L’hanno spuntata i sindacati. Si attende un chiarimento ulteriore dalla Commissione Europea. L’Europa ha una considerazione rilevante perché sta assegnando 13 miliardi di euro con il PNRR e pretende garanzie sulla stabilità degli insegnanti, la serietà con cui vengono selezionati e una salvaguardia della continuità didattica”.

Davvero i vincoli garantiscono continuità didattica? “Non è così scontato obbligare un docente a rimanere nella stessa scuola o classe. All’interno della scuola il docente potrebbe comunque cambiare classe, quindi non credo che possa essere una soluzione che accerta la continuità didattica. I ragazzi che vengono bocciati comunque cambiano docenti. La soluzione sarebbe quella di coprire i posti vuoti. A quel punto le possibilità di fare domanda si ridurrebbero all’osso”, ha concluso Alessandro Giuliani.

Redazione

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