Per effetto di una condanna del Ministero dell’Istruzione per condotta antisindacale, si è di fatto riaperta la partita per il rinnovo biennale del CCNI sulla mobilità. A sollevare la questione di antisindacalità erano state la UIL scuola e la Flc Cgil, per cui il Ministero è stato costretto, dal giudice del lavoro di Roma, a riaprire la contrattazione integrativa sulla mobilità per gli anni 2023-2024 e 2024-2025.
Mentre il decreto legge 36 del 30 aprile 2022 ha introdotto vincoli triennali per i docenti neoassunti sulla sede dell’anno di prova, per la Uil scuola e la Flc Cgil avrebbe di fatto azzerato tutti gli altri vincoli già definiti negli anni precedenti. In buona sostanza i vincoli nuovi per i neoassunti sembrano certi, mentre resta aperta la partita per l’annullamento dei vincoli vecchi. Bisogna specificare che, secondo il parere dell’Amministrazione, i docenti che per l’anno 2022-2023 hanno avuto un trasferimento interprovinciale, sia su preferenza di scuola che su preferenza sintetica, sarebbero vincolati per un triennio.
La partita potrebbe passare, come fa notare la Cisl scuola, dall’accordo contrattuale del CCNL 2019-2021 che potrebbe contenere una norma regolatrice dei vincoli sulla mobilità.
Per consentire una più celere conclusione del CCNI mobilità biennale 2023-2025, l’Amministrazione propone di non modificare nulla sulle tabelle dei punteggi per la mobilità territoriale e per la mobilità professionale. Anche i punteggi della mobilità d’ufficio non dovrebbero cambiare. Qualche novità potrebbe avvenire nella digitalizzazione delle graduatorie interne di Istituto, che verrebbero fatte attraverso la piattaforma delle Istanze OnLine del Ministero.
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