Categorie: Mobilità

Mobilità, a Napoli la protesta degli esiliati che chiedono di tornare

I docenti campani “esiliati” dalla Buona Scuola si riuniranno la mattina di martedì 29 agosto per manifestare davanti la Regione Campania, in via Santa Lucia a Napoli.

Concluse o quasi le operazioni di mobilità molti docenti assunti dalla Legge 107, sono ancora in attesa di ottenere il riavvicinamento a casa e alle famiglie. L’ultima chance è rappresentata dalle assegnazioni provvisorie, all’esame degli uffici scolastici provinciali proprio in questi giorni. Ma l’aria che tira non è per loro favorevole.

Ad essere interessati ai provvedimenti di mobilità per avvicinarsi a casa, sono oltre 4mila docenti, i quali, assunti con la Buona Scuola nel 2015, dopo anni di lunghissimo precariato, si sono visti dapprima assegnare posti in altre regioni a causa del contestato “algoritmo”, per subire poi la beffa di vedersi superati dai vincitori del concorso del 2012 e dagli assunti del concorso 2014 che si sono potuti riavvicinare grazie all’eliminazione del vincolo triennale. Una situazione che ha generato una valanga di ricorsi in tribunale con sentenze e ordinanze in molti casi favorevoli agli insegnanti.

Le varie organizzazioni e i movimenti dei docenti del Sud Italia  chiedono quindi  un intervento risolutivo della politica e delle istituzioni, Miur in testa, per mettere la parola fine all’intricata questione  dei trasferimenti; invocando a gran voce un “tavolo tecnico sindacale interregionale” per affrontare i nodi immediati delle assegnazioni provvisorie e ampliare il numero dei docenti che potrebbe usufruirne.

“Pochissimi i rientri definitivi ed ora, date le restrizioni applicate nel CCNI sottoscritto in data 21 giugno 2017 (in particolare attraverso l’art. 3) che limitano la contrattazione decentrata regionale alle sole utilizzazioni del personale docente, per moltissimi insegnanti è a rischio anche la possibilità di poter godere del sacrosanto diritto di ricongiungimento ai familiari per il tramite  dell’ assegnazione provvisoria”, si legge nella nota che motiva la manifestazione davanti la Regione a Napoli.

 

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A giorni si concluderanno le operazioni di assegnazione e dopo due anni dal piano straordinario di assunzioni realizzato dalla Buona Scuola la situazione secondo gli insegnanti é pressoché immutata: “L’emergenza sociale non cessa di esistere per tantissimi docenti del Sud”.

“La quota riservata ai trasferimenti interprovinciali nella contrattazione nazionale – prosegue la nota – ha dimostrato nei fatti che non può costituire una soluzione, se non a piccole dosi, di un problema che richiede invece un intervento risolutivo più articolato e definitivo. Pochissimi infatti sono stati i rientri dei docenti mandati fuori dalle regioni meridionali”.

Spicca il caso del sostegno: “A causa della mancata stabilizzazione di una quota considerevole dei posti in deroga che ogni anno gli USR autorizzano perché necessari a garantire il diritto all’istruzione degli alunni disabili, i docenti titolari sul sostegno non si sono spostati di una virgola”. 

Inoltre, lamentano i movimenti, moltissimi docenti esiliati dalla L.107, non riusciranno a riavvicinarsi ai propri familiari neppure con l’assegnazione provvisoria. “In molti casi madri con figli piccoli, ma comunque docenti che in media hanno più di 40 anni e si trovano ad affrontare gravi difficoltà economiche oltre che  esistenziali. La limitazione dell’autonomia della contrattazione regionale, messa in atto con l’art.3 del CCNI del 21 giugno, non ha consentito, nelle diverse realtà, di modulare sulle stesse le esigenze delle scuole, degli alunni e dei docenti che su quei territori lavorano da anni senza ledere i diritti di nessuno, semmai ampliandoli”.

Infine, il veto imposto alla eventualità di assegnare provvisoriamente posti di sostegno ai docenti di ruolo senza titolo, “dopo aver comunque accantonato i posti per i docenti precari con il titolo di specializzazione, avrà la sola conseguenza di non consentire il rientro temporaneo ad una parte di docenti esiliati della 107, in quanto i posti che avanzerebbero andrebbero comunque a personale non specializzato. Guardando i numeri dei posti in deroga autorizzati dagli USR (es. 5mila in Sicilia e 1700 in Abruzzo) tale scelta appare incomprensibile.

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Luca Protettì

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