Domani 26 giugno 2018 alle ore 10 al Ministero dell’Istruzione si incontreranno i vertici del Miur con i sindacati per mettere a punto le modalità della mobilità annuale, sia per quanto riguarda le utilizzazioni che le assegnazioni provvisorie per il 2018/2019.
I NODI DA SCIOGLIERE NELL’INCONTRO AL MIUR CON I SINDACATI
Dopo circa un mese di blocco sulle trattative della mobilità annuale 2018/2019, domani, martedì 26 giugno 2018, al Miur si incontreranno i tecnici del Ministero dell’Istruzione con FLC CGIL, CISL FSUR, UIL RUA e GILDA FGU. Due saranno ancora una volta, durante questo attesissimo incontro, i principali nodi da sciogliere.
È utile ricordare che eravamo rimasti alla richiesta di prorogare il contratto di mobilità annuale 2017/2018 come era stato fatto per la mobilità territoriale e professionale, tuttavia puntando a qualche modifica.
I sindacati avevano chiesto alcune piccole modifiche del vecchio contratto di mobilità come, ad esempio, la possibilità di avere assegnazione provvisoria per riavvicinamento ai genitori senza che ci sia l’obbligo della convivenza con essi e la possibilità di avere assegnazione provvisoria, in via eccezionale, sui posti di sostegno anche da parte dei docenti senza titolo, ovviamente in subordine rispetto a chi possiede il titolo e dopo aver accantonato sia i posti per le immissioni in ruolo che quelli spettanti ai supplenti in possesso del titolo.
Queste solo le due principali richieste che verranno riproposte nuovamente al Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.
DISCUSSIONE SU CHIAMATA DIRETTA E PASSAGGIO DA AMBITO A SCUOLA
Nel suddetto incontro al MIUR si parlerà anche di chiamata diretta e del passaggio dei docenti titolari su ambito verso le istituzioni scolastiche.
È utile ricordare che il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha già dichiarato di volere abolire la chiamata diretta, per cui non è da escludere che insieme ai sindacati si riesca a trovare un accordo transitorio del passaggio dei docenti da ambito su scuola.
Non è nemmeno da escludere che questo passaggio possa avvenire a titolo definitivo, abolendo l’incarico triennale dei docenti nella scuola che è una evidente conseguenza della cosiddetta chiamata diretta.