Sulla Buona Scuola si disse che la mobilità 2015/16 sarebbe stato un Vietnam: invece è arrivato addirittura l’accordo tra Miur e sindacati, esclusa la Gilda Insegnanti.
La notizia è di pochissimi minuti fa (le 22 di lunedì 25): Flc Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno detto sì all’accordo politico per trasferimenti, utilizzazioni e assegnazioni provvisorie del prossimo anno scolastico. Il contratto vero e proprio seguirà nei prossimi giorni.
Di sicuro, comunque, i sindacati hanno dato l’assenso sugli ambiti territoriali. Sulla decisione ha pesato qualche apertura dell’Amministrazione e soprattutto il fatto di non lasciare tutta la mobilità, compresa quella degli ATA, in mano alle decisioni unilaterali del Miur.
Si tratta di un accordo che prevede una intensa sequenza contrattuale, in cui l’Amministrazione si impegna a precisare molte cose rimaste ancora in sospeso.
Gli ambiti territoriali vengono comunque confermati ed entro febbraio saranno resi pubblici da tutti gli USR delle regioni italiane.
Ci sarà anche la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici per tutti gli insegnanti che “finiranno” in un ambito territoriale.
Restano confermati gli accordi già raggiunti nei tavoli politici precedenti.
Le fasi della mobilità saranno dunque quattro.
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Come saranno definite le fasi della mobilità? Vediamo.
Nella prima fase ci saranno i docenti che potranno trasferirsi, all’interno dello stesso comune di titolarità, da una scuola ad un’altra. In questa fase parteciperanno anche i docenti che eventualmente hanno perso il posto nella loro scuola di titolarità e si muovono a domanda condizionata o d’ufficio. Sempre nella prima fase ci sono anche i docenti che rientrano dopo essere stati fuori ruolo.
Poi c’è la seconda fase riferita ai docenti che chiedono trasferimento tra comuni diversi della stessa provincia; anche in questo caso la mobilità avviene su scuola e non mediante ambito territoriale. In coda a questa fase, ci sarebbero anche i docenti neoassunti della fase 0 e A del piano straordinario di assunzioni a cui deve essere assegnata una scuola definitiva.
La novità che ha spinto la trattativa verso l’accordo, arriva dalla terza fase. Si tratta della fase dei movimenti interprovinciali dei docenti entrati in ruolo entro il 2014 che potranno chiedere un solo ambito territoriale e solo per la prima preferenza di scuola espressa; se c’è posto in tale scuola, potranno sperare di non finire nell’ambito territoriale. Se in tale scuola non ci sarà il posto disponibile, verranno scelti dal dirigente scolastico dell’ambito in cui verranno inseriti.
Infine c’è la quarta fase che riguarda i docenti neoassunti della fase B e C che, a quanto è dato sapere, saranno condannati agli ambiti territoriali. In questa fase c’è la distinzione dei neoassunti da GAE e da GM. I primi dovranno affrontare una mobilità obbligata su tutti gli ambiti territoriali a livello nazionale, i secondi invece si muoveranno sugli ambiti della regione in cui sono entrati in ruolo. Tutto il resto, a partire dai criteri di scelta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici, sarà discusso in sequenza contrattuale.
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