Mobilità

Mobilità, basta vincoli di 5 o 3 anni: Drago (FdI) chiede una graduatoria con in testa chi sta lontano da più tempo

Continuano far discutere le limitazioni alla mobilità del personale scolastico, a partire dalla trasformazione del vincolo a trasferirsi di sede per i neo assunti che con il decreto Sostegni Bis è passato da cinque e tre anni. Il “contentino” non soddisfa diversi diretti interessanti, ancora di più perché è stata negata pure l’attivazione dell’assegnazione provvisoria. Si spera ora negli emendamenti che diversi partiti politici e sindacati hanno promesso di presentare alla V commissione della Camera. Nel frattempo, il dibattito rimane vivo.

Drago (FdI): valga l’anzianità lontano da casa

Tra le varie proposte, c’è anche quella della senatrice di Fratelli d’Italia Tiziana Drago, che ha commentato quanto dichiarato dai deputati del suo stesso partito, Carmela Ella Bucalo e Paola Frassinetti in occasione degli Stati Generali sulla scuola organizzati da Fratelli d’Italia. Drago sostiene che riavvicinare a casa il personale della scuola c’è solo un sistema: “occorre fare una graduatoria di coloro i quali avanzano richiesta di mobilità che tenga conto principalmente di un criterio fondamentale: anzianità di servizio prestato lontano dal luogo di provenienza, altrimenti nessuna giustizia sarà fatta”.

Bucalo e Frassinetti (FdI): ‘no’ incomprensibile

“Il Decreto Sostegni bis – avevano detto Bucalo e Frassinetti – crea enormi falle nel sistema Scuola: troppe le criticità rilevate, a partire dalla rimodulazione del vincolo quinquennale a tre anni, che oltre a penalizzare le carriere penalizza anche i rapporti familiari, impedendo a tantissimi docenti di ricongiungersi alle proprie famiglie. Ed ancora la negata assegnazione provvisoria ai docenti immessi in ruolo nel 2020/21. Tutto ciò è incomprensibile”, hanno detto le due deputate.

Per poi aggiungere: “ci sono in gioco i diritti e doveri riguardanti la famiglia, chi ha pensato e scritto queste disposizioni non ha capito che viviamo in uno Stato che ha un tasso di denatalità altissimo e questi vincoli ancora di più non permettono ai tanti docenti di svolgere le proprie funzioni genitoriali o pensare di poter costruire una famiglia”.

E ora? Decide la Camera

”Sul tema della scuola – ha replicato la senatrice Drago – è necessario mettere ordine optando sulla riapertura di termini della mobilità e sulla mobilità in deroga. Non posso che concordare con quanto dichiarato dalle colleghe, ma ora” bisogna porre le giuste priorità.

“Esiste una categoria di docenti – ha aggiunto Drago – che nel 2018 contava circa 17.000 unità (oggi probabilmente le cifre son ridotte a quattro) che vengono sistematicamente penalizzate e dimenticate. Occorre coraggio ed onestà. Auspico che il ministro, i sottosegretari, i parlamentari e i sindacati dimostrino la reale volontà di cambiamento, io ho personalmente depositato in Senato un’interrogazione affinché si  affronti il tema celermente. Servono fatti”.

Il riferimento è ai deputati della quinta commissione della Camera: toccherà a loro esaminare le richieste che stanno pervenendo in questi giorni dalle audizioni. E presto anche gli emendamenti, tutti delle stesso tenore: una di queste è del senatore leghista Mario Pittoni,  che vorrebbe consentire ai docenti legati alla attuale sede di servizio dal vincolo quinquennale, ridotto a triennale, di poter partecipare alle assegnazioni provvisorie.

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Alessandro Giuliani

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