Si complica la vicenda delle migliaia di trasferimenti su ambiti territoriali lontani introdotti con la Buona Scuola del Governo Renzi.
Dopo le denunce per le ipotesi di errori da parte dell’algoritmo del Miur, parallelamente alle richieste di conciliazione, tanti docenti si sono rivolti anche ai giudici del lavoro. Denunciando spesso colleghi rimasti vicino casa seppure con pochissimi punti, dubbie precedenze, sovvertimenti delle fasi e, in generale, poca chiarezza nei criteri adottati da Viale Trastevere.
Delle richieste di conciliazione si è saputo, con circa 2.600 casi (una cifra non proprio “fisiologica”, come ci hanno detto a Viale Trastevere) che a detta dei sindacati sarebbero stati anche ammessi dal Miur. Dei ricorsi in tribunale, visti anche i lunghi tempi della giustizia italiana, ancora non si è saputo nulla.
Ora, però, a sorpresa apprendiamo dal Mattino di Napoli che c’è già una prima presa di posizione da parte di un giudice. Ed è favorevole al docente. Che, se confermata nell’iter giudiziale, non dovrà più spostarsi, nemmeno in futuro, di centinaia di chilometri. Il ricorso era stato presentato da una maestra salernitana di scuola primaria, che nei giorni scorsi si era opposta al provvedimento di trasferimento in Emilia Romagna secondo quanto stabilito dal cervellone del Ministero dell’Istruzione.
Si tratta, tecnicamente, di un’ordinanza sospensiva, emessa, scrive il Mattino, “dal giudice Ippolita Laudati della sezione lavoro del Tribunale di Salerno che ha sospeso immediatamente gli effetti del provvedimento di trasferimento del Miur nell’ambito delle operazioni nazionali stabilite in base a criteri dell’algoritmo finito da settimane nell’occhio del ciclone di insegnanti e sindacati”.
L’ordinanza sarebbe già stata notificata nelle ultime ore all’Ufficio scolastico provinciale di via Monticelli a Salerno. Che non potrà di certo opporsi, perché le “sospensive” si basano su caratteri d’urgenza. E, probabilmente, la docente ricorrente si trova in una condizione personale o familiare problematica. Che non le dà, riteniamo, possibilità di prendere servizio e passare almeno due anni scolastici lontano da casa.
Tuttavia, anche se si tratta di un caso particolare e la sentenza non è definitiva, perché solo in una successiva fase di entrerà nel merito della questione, il precedente non è di poco conto.
Lo stesso Mattino scrive, in modo sicuramente semplicistico, che “chi ha preso la strada delle province del centro-nord Italia potrebbe sperare in un clamoroso riavvicinamento”, perché questo “primo provvedimento di un giudice in Italia a favore di una maestra del sud che si è opposta all’esodo al centro-nord” potrebbe fare, come si dice in gergo tecnico, “giurisprudenza”.
Lo stesso Usr ammette che non si può non tenerne conto: “siamo in attesa di leggere le motivazioni della ordinanza – ha detto a caldo la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Luisa Franzese – si tratta senza dubbio di una decisione importante che voglio conoscere”.
Il quotidiano campano ricorda che a sperare ora nel territorio sono tantissimi docenti. “Solo nel Salernitano sono state 239 le maestre trasferite in Lombardia, 33 in Piemonte, 100 in Toscana, 20 in Liguria e ben 84 in Emilia Romagna. E proprio tra le 84 insegnanti di scuola elementare destinate in Emilia ce n’è una che da ieri è riuscita a bloccare il trasferimento dopo l’assunzione”.
Ma lo stesso desiderio, lo stesso percorso, sperano di viverlo anche molti altri docenti sparsi per l’Italia, dei quasi 10mila complessivi, che pur di diventare insegnanti sono stati collocati lontano da casa, dove le cattedre sono vacanti: visto il precedente, anche se tutto ancora da verificare, pure quelli che sinora non l’hanno sinora fatto potrebbero ora fare più di un pensierino sulla presentazione del ricorso anti-trasferimento.
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