Sono diverse le novità sottoscritte con la pre-intesa del 21 dicembre sul contratto della mobilità per il prossimo triennio, la cui ratifica definitiva si avrà subito dopo l’approvazione del testo ultimo della Legge di Bilancio 2019 alla Camera, in programma tra Natale e Capodanno.
Dal testo della manovra, infatti, discendono alcune innovazioni legislative, in particolare l’abolizione degli ambiti territoriali e il ritorno alla titolarità su scuola, nonché ai passaggi diretti da istituto ad istituto, antecedenti l’entrata in vigore della Legge 107 del 2015.
È bene sapere sin d’ora, però, che in caso di soddisfacimento della richiesta “secca”, quindi indicando l’istituto e il suo specifico codice meccanografico, l’essere approdati nella nuova scuola comporta l’impossibilità di spostarsi per almeno tre anni: ciò vale sia se ci si trasferisce all’interno della provincia o del comune, sia se si arriva nel nuovo istituto provenendo da fuori provincia o regione.
Il blocco triennale scatterà anche se il lavoratore della scuola dovesse essere soddisfatto a livello di distretto, ma solo se la domanda di trasferimento è stata prodotta all’interno della stessa provincia.
Il movimento accolto su distretto, frutto però di una richiesta proveniente da fuori provincia, darà invece la possibilità di riformulare la domanda anche nel 2020.
Ne consegue che per evitare di incappare nel blocco triennale, chi chiederà di spostarsi all’interno della stessa provincia o del medesimo comune, indichi solo singoli istituti con i rispettivi codici meccanografici identificativi: si presume, infatti, che l’indicazione della scuola comporti una chiara volontà di spostarsi nella realtà scolastica indicata (quindi frutto di una selezione realizzata dal candidato al trasferimento).
Ben altra cosa è invece l’assegnazione in un istituto collocato nel distretto indicato nella domanda, poiché non sempre la scuola prescelta dall’amministrazione coincide con le preferenze o con gli spostamenti fattibili per il docente o Ata coinvolti.
Il sindacato Snals ha realizzato una sintesi sulle novità apportate nel nuovo contratto sulla mobilità in via di approvazione finale:
Per il personale ATA e stato previsto che:
Va specificato che sul blocco triennale della mobilità più allargato, i sindacati hanno ottenuto che tale vincolo triennale venga applicato solo nel caso di “indicazione puntuale di un’istituzione scolastica o l’indicazione del codice di distretto sub-comunale” in caso di mobilità in I fase (comunale), migliorando, quindi, anche i dettami del CCNL 16/18.
“Ricordiamo, pure, che – fa sapere lo Snals – grazie alla nostra opposizione l’Amministrazione ha ritirato la proposta che prevedeva il trasferimento, con aliquote bloccate, da posto di sostegno a posto comune”.
Il sindacato guidato da Elvira Serafini, si è soffermato infine sugli “effetti fortemente positivi della pubblicazione in un’unica data dei movimenti per tutti gli ordini e gradi di scuola. Ciò, infatti, consentirà di utilizzare tutti i posti che via via si renderanno disponibili nel corso dell’elaborazione dei trasferimenti/passaggi”.
La pubblicazione degli esiti delle domande in un’unica data, comunque, va sempre monitorata e verificata, essendo pochi i giorni per presentare eventuali ricorsi.
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