Giungono le prime pronunce cautelari dei giudici del lavoro chiamati a pronunciarsi sulla legittimità della procedura di mobilità territoriale avviata dalla legge sulla Buona Scuola.
Il Tribunale di Trani con ordinanza depositata il 16 settembre, accogliendo il ricorso proposto dagli avvocati Gianluigi Giannuzzi Cardone e Graziangela Berloco nell’interesse di una docente pugliese trasferita ad Udine, ha rilevato le gravi criticità della procedura di mobilità posta in essere dal Miur.
In particolare, la docente pugliese lamentava che in esito alla procedura di mobilità era stata assegnata in provincia di Udine, ambito che, peraltro, non aveva nemmeno richiesto tra le preferenze espresse nella domanda di mobilità e, pertanto, contestava il trasferimento disposto dal Miur sulla scorta di una procedura illegittima ed errata.
I difensori della ricorrente hanno dimostrato in giudizio come diversi altri docenti, sebbene vantassero un minor punteggio rispetto alla ricorrente stessa, avevano ottenuto il trasferimento in uno degli ambiti della regione Puglia.
Il Giudice del lavoro di Trani, nell’accogliere la domanda di tutela d’urgenza della ricorrente, ha rilevato in questa procedura una grave ed ingiustificabile disparità di trattamento, in quanto il Miur avrebbe violato il principio generale ed inderogabile dello scorrimento della graduatoria, fondato sul punteggio attribuito in fase di trasferimento.
Il principio della selezione in base al merito è, quindi, da ritenersi vincolante per l’amministrazione anche in materia di trasferimenti, in quanto anche la procedura di mobilità ha natura concorsuale basata su una graduatoria alla cui formazione concorrono l’anzianità, i titoli di servizio e le situazioni familiari e personali dell’interessato, per i quali sono predeterminati dei punteggi.
Sulla scorta di dette motivazioni, il Tribunale di Trani ha pertanto condannato il Miur ad assegnare la docente presso una delle sedi disponibili tra quelle dalla stessa indicate in domanda.
Abbiamo contattato l’avvocato barese Gianluigi Giannuzzi Cardone (nella foto) il quale ha precisato che “Il giudice ha riconosciuto che è stato violato il principio dello scorrimento della graduatoria, perché l’algoritmo utilizzato, per qualche ragione non ancora resa nota dal Ministero, non ha tenuto conto delle preferenze espresse da ciascun docente nella domanda di trasferimento. Esistono centinaia di casi di famiglie separate, talune anche in particolari situazioni di salute, ignorate dal Miur con le conciliazioni, che al momento aspettano ancora una soluzione”.
Questa pronuncia, insieme alle altre già intervenute in materia di trasferimenti, ha messo quindi in evidenza le gravi criticità della procedura di mobilità disposta dal Miur e, certamente, aprirà un autunno caldissimo per le migliaia di docenti trasferiti dal misterioso algoritmo predisposto dal Miur a centinaia di chilometri da casa.
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