Il punteggio aggiuntivo per le operazioni di mobilità attribuito ai docenti tutor, fermamente voluto dal ministro Valditara e ora inserito nel contratto integrativo nazionale, non piace a tutti.
L’Ancodis (Associazione nazionale dei collaboratori dei dirigenti scolastici) mette in evidenza quanto previsto dal punto I della Sezione A3 relativa alla Tabella di valutazione titoli che consente riconoscere un punteggio aggiuntivo per il servizio di tutor e orientatore.
Osserva Ancodis: “Sono previsti 3 punti alla fine del triennio e soltanto per la mobilità territoriale per il docente che ha effettuato per almeno un triennio scolastico continuativo nella medesima istituzione scolastica il ruolo di tutor e/o orientatore”.
Secondo il presidente Rosolino Cicero “siamo di fronte ad una scelta politico-sindacale sorprendente”.
Gli interrogativi che pone questa scelta sono diversi.
“Perché – si chiede Cicero – sono state escluse tutte le altre figure di sistema previste dalle vigenti norme giuridiche, risorse professionali interessate in specifici percorsi di formazione, impegnate quotidianamente nel funzionamento organizzativo e didattico delle loro scuole?”
E poi “perché il punteggio assegnato è soltanto al termine di un triennio?” e per quale motivo “si è tenuto conto di questo servizio aggiuntivo per la mobilità volontaria e non – a garanzia della permanenza – per la graduatoria interna di istituto?”
“Le colleghe e i colleghi interessati – si chiede infine Rosolino Cicero – preferiscono restare in un rassegnato e tacito dissenso senza nulla contestare?”
“Crediamo – conclude Ancodis – che la scelta sia iniqua, incomprensibile e demotivante per le decine di migliaia di docenti che hanno responsabilmente accettato di assumere incarichi aggiuntivi per il funzionamento delle loro scuole e per il miglioramento dell’offerta formativa”.
E rivolgendosi alle decine di migliaia di docenti che in tutta Italia svolgono attività finalizzate al buon funzionamento delle scuole, Cicero dichiara: “Forse è il momento di scendere in campo consapevoli che siamo nella governance scolastica la componente più numerosa e che senza il nostro quotidiano lavoro aggiuntivo il diritto allo studio per gli alunni e la qualità del servizio per la comunità scolastica sarebbero significativamente compromessi”.
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