Ad oggi il Ministero dell’Istruzione non ha ancora emanato l’ordinanza sulla mobilità e questo sta facendo preoccupare tanti insegnanti.
In un proprio comunicato i deputati 5S della Commissione Cultura della Camera sottolineano che “migliaia di lavoratori delle scuole tra cui docenti, dirigenti scolastici e personale ATA rischiano di non poter accedere alla mobilità il prossimo anno a causa di un ritardo nell’emissione della relativa ordinanza ministeriale”.
E aggiungono: “Si parla addirittura dell’ipotesi di un vero e proprio blocco della mobilità: se ciò accadesse sarebbe molto grave e non consentirebbe la copertura di tutte le cattedre dal 1° settembre prossimo. Chiediamo al ministro Bianchi di rimediare quanto prima a questo ritardo: l’urgenza è massima, bisogna dare una risposta al personale della scuola”.
Di analogo tenore il comunicato del Coordinamento Nazionale Docenti Immobilizzati che chiede chiarezza sulle voci riguardanti un probabile blocco della mobilità: “Il ritardo dell’uscita dell’ordinanza che avvia le procedure di compilazione delle istanze non fa che sollecitare i nostri timori. Da anni coordiniamo le fila dei Docenti Immobilizzati ma tra tutti gli obbrobri che la scuola ha visto calarsi dall’alto quello della sospensione della mobilità territoriale sarà forse la goccia che farà traboccare un vaso già colmo da troppo tempo”.
“Se le notizie che circolano son vere – aggiunge il Coordinamento – questa scelta politico-sindacale risulterà la soluzione più impopolare che la storia della scuola italiana potrà annoverare. Una decisione che penalizzerà più di 68000 famiglie italiane, se contiamo solo i docenti immobilizzati fuori la propria provincia di residenza da oltre 5 anni, una scelta vergognosa che vieterà il ricongiungimento familiare dei docenti fuorisede in piena pandemia”.
Va aggiunto che – secondo quanto risulta alla nostra testata – fin da questa mattina i sindacati del comparto hanno chiesto al Ministero una nota di smentita sulle voci che si stanno susseguendo.
Ma – al momento – non ci sono né smentite né tanto meno notizie certe sulla pubblicazione dell’ordinanza.
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