Si riapre la trattativa sul contratto triennale che gestisce gli spostamenti dei docenti della scuola pubblica, con la possibilità concreta di cancellare i vincoli per tutti coloro che sono stati immessi in ruolo prima dello scorso mese di settembre: a dirlo è Alessandro Rapezzi, segretario nazionale Flc-Cgil, a colloquio con ‘La Tecnica della Scuola’.
A cambiare le “carte” in tavola, spiega il sindacalista, ha contribuito la sentenza del tribunale di Roma del luglio scorso che ha condannato l’amministrazione per comportamento antisindacale: per il giudice, la firma di sottoscrizione di un solo sindacato non avrebbe permesso le espressioni della piena rappresentanza dei sindacati.
Una posizione, quella del tribunale romano, che però, è bene precisarlo, non avrà effetti sull’applicazione dello stesso contratto, che ha prodotto diverse migliaia di spostamenti, attraverso soprattutto le assegnazioni provvisorie, altrimenti (in base alla Legge 159/19) impossibili da attuare.
Ma nel frattempo, ha ricordato Rapezzi, anche la situazione normativa che regola i vincoli è cambiata: abbiamo norme che vanno dall’articolo 399 del Testo unico fino al recente decreto 36, sulla formazione iniziale e in servizio, per arrivare decreto Ucraina della scorsa primavera. Il risultato di questo combinato di norme che si sono avvicendate è che i vincoli sulla mobilità ora, a nostro avviso, valgono solo per gli assunti in ruolo dal primo settembre 2022.
Inoltre, anche per effetto della sentenza sul tema, finalmente assistiamo ad un approccio ragionevole dell’amministrazione: da alcuni giorni abbiamo avviato la trattativa, che porterà ad un confronto vero che analizzerà pezzo pezzo il contratto.
Di sicuro, conclude Rapetti, l’errore di fondo dell’amministrazione è stato quello di pensare che la continuità didattica potesse passare per i vincoli alla mobilità dei docenti e non con la stabilizzazione dei precari.
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