Da fonti ministeriali del tutto affidabili apprendiamo che l’Ordinanza sulla mobilità sarebbe ormai in dirittura d’arrivo.
Quindi partire dai prossimi giorni sarà possibile presentare le domande di trasferimento; per il momento il cosiddetto vincolo quinquennale resta perché il Governo non è ancora riuscito a individuare una misura di carattere normativo per cancellarlo o almeno per attenuarlo.
Si parla di una possibile norma di legge per consentire a chi è sottoposto al vincolo di presentare almeno domanda di assegnazione provvisoria, ma per il momento non c’è nulla di certo.
Nelle ultime ore si è diffusa la voce di un possibile blocco della mobilità per tutti, e su questo abbiamo sentito la segretaria nazionale di Cisl Scuola Maddalena Gissi, come riportiamo in altro articolo.
Il tema della mobilità sta diventando centrale anche perché ai movimenti del personale sono inevitabilmente legate le operazioni per le immissioni in ruolo che rischiano di non andare in porto con i tempi giusti.
Se trasferimenti e assegnazioni provvisorie non si concluderanno entro agosto (e negli ultimi anni molto spesso si è andati anche ben oltre la data di avvio delle lezioni) sarà difficile, anzi impossibile, avere tutti gli insegnanti in cattedra già dai primi giorni di settembre come hanno promesso il ministro Bianchi e lo stesso presidente Mario Draghi.
C’è per la verità un’idea che si sta facendo strada ed è quella di varare un maxi-piano di assunzioni da farsi attraverso graduatorie utilizzando semplicemente titoli e servizio: ipotesi che troverebbe d’accordo i sindacati e che certamente piacerebbe molto anche alla Lega (Mario Pittoni, responsabile nazionale scuola per la Lega e vicepresidente della Commissione Cultura del Senato ha già depositato da tempo al Senato un disegno di legge che va proprio in questa direzione).
“D’altronde – fa osservare Pittoni – proprio nei giorni scorsi la Commissione Cultura del Senato ha espresso un suo parere sul PNRR sottolineando la necessità di restituire centralità e continuità alla figura del docente mettendo fine alla sarabanda di precari e supplenti, prevedendo una riforma delle modalità di reclutamento, inclusi i meccanismi concorsuali, e che riattivi i percorsi abilitanti”.
Il progetto di Pittoni prevede un piano straordinario di assunzioni per la copertura di 60mila cattedre già vacanti alle quali se ne aggiungerebbero altrettante derivanti dalla conversione di posti di organico di fatto in organico di diritto (50mila sarebbero i posti di sostegno da stabilizzare).
A beneficiare del piano sarebbero soprattutto i docenti non ancora di ruolo che si trovano ora nelle graduatorie di merito o in altre graduatorie fino a quelle di seconda e terza fascia: in quest’ultimo caso i neoassunti avrebbero però l’obbligo di seguire nel primo anno di servizio un percorso formativo che consenta loro di conseguire l’abilitazione.
Il costo dell’operazione è alto (si parla di 3miliardi almeno) ma – osserva ancora Pittoni – bisogna tenere conto che farebbe risparmiare un paio di miliardi destinati oggi agli stipendi dei precari.
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