L’anno scolastico è iniziato da poco più di un mese, ma è già arrivato il tempo di definire le regole per i trasferimenti di sede del personale per i prossimi tre anni, fino al 2027/28: l’incontro preliminare di contrattazione per il rinnovo del CCNI sulla mobilità si è svolto mercoledì 9 ottobre alla presenza dei dirigenti ministeriali – capitanati dalla capo dipartimento Carmela Palumbo – e dei sindacalisti rappresentativi. Le parti hanno definito un fitto calendario di incontri, che si svolgeranno una volta a settimana, che dovrebbero concludersi con un accordo finale da raggiungere entro un paio di mesi.
“La dottoressa Palumbo – ha scritto la delegazione Gilda Unams – ha comunicato che l’amministrazione intende procedere con la stesura del nuovo testo contrattuale per commissioni di lavoro, così da poter concludere i lavori a fine novembre e anticipare le procedure di avvio anno scolastico”.
L’esito della trattativa dipenderà, è inutile negarlo, dalla disponibilità della parte pubblica nel recepire le richieste di superamento dei vincoli alla mobilità imposti dalla Legge 79/2022 che prevede l’obbligo di permanenza nella sede di immissione in ruolo per almeno tre anni per tutti i docenti assunti a partire dal 1° settembre 2023.
La strada da fare non è agevole, perchè proprio sul nodo principale da sciogliere, i vincoli dei neo-assunti, c’è da fare i conti con una legge dello Stato.
Tutti i sindacati su questo punto hanno messo le mani avanti. La stessa Gilda-Unams ha fatto sapere di avere “condiviso le modalità di lavoro proposte”, ma anche “manifestato la propria contrarietà ai vincoli”.
Anche per la Cisl Scuola la prima priorità è rappresentata proprio dai “vincoli alla mobilità, rispetto ai quali l’obiettivo, ferma restando la necessità di rivendicare ogni necessaria modifica legislativa, è di introdurre ulteriori deroghe a quanto prevedono le norme di legge attualmente vigenti”.
A questo proposito, l’Anief ha sottolineato “la necessità della rimozione di tutti i vincoli per la mobilità che portano tantissimi disagi e non hanno nella pratica modificato più di tanto i flussi di migrazione dei docenti: anche prima di questa norma ingiusta gli spostamenti erano infatti più o meno gli stessi, questo dimostra che i vincoli danneggiano soltanto la categoria”.
Sono diverse le richieste sindacali, oltre quella dello stop ai vincoli alla mobilità per i neo-assunti. Sono tre qualli attualmente resi pubblici. La Cisl Scuola chiede nuovi criteri per il conteggio del triennio di permanenza sulla scuola, con l’obiettivo di riconoscere come valido anche il servizio a tempo determinato svolto nell’ambito della procedura di assunzione da GPS finalizzata al ruolo; l’aggiornamento delle regole sul dimensionamento, tenuto conto che non sono più sostenibili quelle attualmente previste, che risalgono a circa vent’anni fa; la mobilità professionale su sostegno, con l’obiettivo di rendere possibile il passaggio per grado diverso di scuola per i docenti privi di abilitazione su classe di concorso del grado richiesto; il riesame delle condizioni previste per la fruizione delle precedenze della legge 104; eventuali adeguamenti delle tabelle di valutazione dei titoli; adeguamento delle regole per la mobilità del personale ATA alla luce dei profili professionali previsti nel nuovo ordinamento. Infine, sempre la Cisl Scuola rivendica la revisione del testo per eliminare, a partire da quelle già riscontrate, ogni possibile ambiguità interpretativa.
La Gilda-Unams ha “proposto di rivedere la tabella di valutazione dei titoli, unificando quella della mobilità volontaria e quella della mobilità d’ufficio e di procedere ad una semplificazione del testo contrattuale, per renderlo maggiormente fruibile a tutti”.
L’Anief, dal canto suo, ha fatto richieste sulla mobilità professionale, dovrebbe essere possibile per chi è abilitato sul sostegno anche se non possiede l’abilitazione per posto comune nello specifico grado. In estrema sintesi, il sindacato rappresentativo ha chiesto la rimozione dei vincoli, oltre all’attenzioni da rivolgere alle persone con certificazioni relative alla legge 104. Bisogna inoltre far valere in qualche modo le specializzazioni sul sostegno, dando il conseguente riconoscimento a chi possiede questo titolo.
L’Anief, infine, si è interrogato anche su un altro quesito: perché il personale Ata non può chiedere il trasferimento su più province? Infine, ha chiesto anche di riconoscere 6 punti aggiuntivi – per la mobilità – per chi ha svolto servizio da precario.
Il prossimo incontro sulla mobilità del personale dalla scuola, relativa al prossimo triennio, è già stato fissato per martedì prossimo 15 ottobre.
La sindacalista della Gilda Insegnanti Antonietta Toraldo, che si occupa nello specifico della parte contrattuale…
Entro la fine del 2024, gli aspiranti docenti iscritti ai percorsi universitari accademici autorizzati dal…
Anche quest'anno sono stati resi noti i risultati della classifica Eduscopio 2024, la rilevazione annuale curata…
Ormai è ufficiale: empatia, gestione delle emozioni e dello stress saranno insegnerate a scuola. Si…
Nella seduta del 12 novembre scorso il CSPI aveva espresso il parere sullo schema di…
La madre della ragazza di quindici anni trovata morta impiccata nella casa di campagna della…