La Tecnica della Scuola ha incontrato Alessandro Rapezzi, segretario nazionale Flc-Cgil per fare il punto della situazione sulle norme che regoleranno la mobilità del personale scolastico nel 2024. Il nodo della questione rimangono i blocchi che dal 2019 stoppano la libera circolazione dei docenti da una sede all’altra a partire dai neo immessi in ruolo fermi per almeno tre anni. L’ultimo contratto collettivo nazionale ha introdotto delle deroghe per chi dispone dei benefici della Legge 104/92 e per chi è genitore di figli con meno di 12 anni: oltre, però, non si va.
“I vincoli alla mobilità dei docenti sono una sciocchezza che non producono affatto la continuità didattica – ha tuonati il sindacalista Confederale – e per questo il nuovo contratto dovrà portare più equilibrio. Ma serve anche che la politica si muova: è una contraddizione pronunciarsi a favore della cancellazione dei vincoli ai trasferimenti e poi fare il contrario quando si votano gli emendamenti alle leggi come è accaduto di recente in Parlamento con quella di Bilancio di fine 2023. Perché alla resa dei conti a risultare contrari risultano sempre e solo quelli dell’opposizione?”.
A breve partirà la trattativa per eventuali modifiche al contratto sulla mobilità. Poi sarà la volta delle candidature: “Tra fine marzo e aprile 2024 sarà possibile presentare le domande, ma ad oggi non sappiamo a quali scuole verranno inviate perché il dimensionamento non è stato ancora definito e le delibere regionali non sono ancora tutte definite”, sottolinea Rapezzi.
Secondo il sindacalista Confederale, “con l’accorpamento di centinaia di scuola, il Governo sta preparando il terreno all’autonomia differenziata che per l’istruzione italiana sarebbe davvero un grave colpo”.
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