Negli ultimi due giorni si è diffusa la notizia secondo cui per il prossimo anno scolastico il MIUR avrebbe intenzione di bloccare la mobilità 21/22 in fase comunale, provinciale, interprovinciale, nonché la mobilità professionale e cioè i passaggi di cattedra e di ruolo.
Naturalmente sono rumors che però hanno creato non poco panico tra i docenti e gli ATA, interessati per il prossimo anno scolastico alla mobilità territoriale e a quella professionale, visto anche il cospicuo numero di posti che si libereranno dall’1.9.2021 per il turn over ivi compresi i posti di quota 100.
In pratica, secondo un’ interpretazione al dire il vero per gli addetti ai lavori molto fantasiosa, con un atto amministrativo unilaterale, il Ministro bloccherebbe per il prossimo anno la mobilità per destinare tutti i posti già vacanti e quelli che si libereranno con i pensionamenti a una mega immissione in ruolo a livello nazionale come accadde nel 2015 con il piano straordinario di Renzi.
Pura fantascienza, perché è bene ricordare che la mobilità è materia contrattuale ed è regolata dal CCNL e da un CCNI triennale che prevede una mobilità territoriale e professionale annuale.
Un atto unilaterale da parte del Miur di tipo amministrativo, OM o DM che sia, sarebbe immediatamente bloccato dal TAR e crollerebbe come un castello di carta.
Fonti ministeriali assicurano che non è previsto alcun blocco, ma è anche altrettanto vero che il Ministero stesso tace ancora sulle date di presentazione delle domande di Mobilità 21/22; siamo ormai al 26 marzo, in grave ritardo rispetto agli altri anni per la pubblicazione dell’ ordinanza annuale sulla mobilità per il prossimo anno scolastico.
Ricordiamo che la mobilità territoriale e professionale del personale docente, educativo e ATA è un atto amministrativo preordinato importante dal punto di vista della tempistica per l’ apertura dell’ anno scolastico 21/22.
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