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Mobilità docenti, Pittoni (Lega): “per quanto riguarda la continuità il precariato fa molti più danni dell’eventuale eliminazione del vincolo”

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Si continua a parlare ancora di mobilità docenti, vincoli e continuità didattica. A intervenire è anche Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega, già presidente della commissione Cultura al Senato.
Pittoni spiega: “Sulla scuola sarebbe interesse comune di Roma e Bruxelles, oltre che semplice buonsenso, aggiornare l’intesa siglata dal Governo precedente. Stiamo cercando di capire fino a che punto siamo condizionati dagli accordi legati ai fondi del PNRR. Ma se l’Europa tiene davvero – per esempio – alla continuità didattica (che in effetti garantisce maggiore qualità), è evidente che la differenza può farla solo un adeguato numero di assunzioni a tempo indeterminato per invertire la deriva che vede ormai un docente su quattro precario. È infatti marginale, se non addirittura controproducente (molti insegnanti rinunciano al contratto), il contributo dell’attuale vincolo di permanenza forzoso”.

E continua: “Non a caso – insieme a una serie di percorsi per accelerare il superamento del precariato – al punto 1 dell’art. 10 (disposizioni transitorie) della proposta di riforma ispirata al mio ddl 1920, che abbiamo consegnato al ministero, si legge: Le graduatorie di merito dei concorsi ordinari relativi a tutti i gradi di istruzione banditi in applicazione della normativa vigente alla data di pubblicazione della presente legge sono trasformate in graduatorie ad esaurimento che conservano la loro validità ai fini del reclutamento anche a seguito della pubblicazione delle graduatorie di merito dei concorsi ordinari banditi dopo la pubblicazione della presente legge. In tal caso allo scorrimento delle suddette graduatorie saranno destinati i posti che residuano dallo scorrimento delle graduatorie ad esaurimento di cui all’articolo 1, comma 605, della legge 27 dicembre 2006, n. 296”.

“Sto cercando di smuovere la situazione – conclude il leghista. Non assumere a tempo indeterminato è un ulteriore disincentivo per i docenti delle aree dove il costo della vita spinge a guardare altrove, oltre al fatto (grave) che 200mila supplenti vengono sballottati in giro per l’Italia indipendentemente dalla loro volontà e senza risultati tangibili sul fronte della continuità didattica. Per questo dico che per quanto riguarda la continuità il precariato fa molti più danni dell’eventuale eliminazione del vincolo, il quale con la penuria di posti al Sud è di fatto un’inutile forzatura. Serve solo a lasciare i docenti in bolletta e con la famiglia disintegrata”.