Mobilità e assunzioni sono le due facce della stessa medaglia che fin dal suo arrivo a Viale Trastevere il ministro Bianchi si sta rigirando fra le mani per capire come fare per risolvere uno dei problemi cronici della scuola italiana, e cioè coprire le cattedre già da settembre e avere gli insegnanti al loro posto il primo giorno di lezione.
Sulla ipotesi di un blocco delle operazioni di mobilità si è parlato nei giorni scorsi; secondo le nostre informazioni i sindacati avrebbero chiesto al Ministero una smentita che però non è arrivata.
Che non si tratti di ipotesi campate in aria lo pensa persino la senatrice Bianca Granato (M5S fino all’arrivo di Draghi e ora del Gruppo Misto-Alternativa c’è).
Nella sua bacheca FB Granato ha parlato due giorni fa di un vero e proprio possibile “scambio” fra assunzioni e trasferimenti e riferendosi al sottosegretario Rossano Sasso e al suo ormai ex consulente Pasquale Vespa scrive un messaggio per nulla rassicurante: “Rumors del Ministero dicono che adesso il gatto e la volpe stiano progettando di bloccare la mobilità completamente per supportare una mega sanatoria svuota graduatorie”.
Anche Francesco Greco, presidente dell’Associazione Nazionale Docenti, si mostra preoccupato e teme che l’eventuale blocco della mobilità, totale o parziale, sia funzionale a “mega sanatorie e assunzioni di massa con procedure a maglia larga, aperte ad ingressi stabili nella scuola, in spregio alla Costituzione e alla selezione concorsuale quale criterio ordinario di accesso ai pubblici impieghi”.
“Esprimiamo il nostro totale disaccordo contro ogni ipotesi di blocco della mobilità, lesiva di regole di diritto oltreché di buon senso – dichiara Greco – e chiediamo con forza che la mobilità sia attuata sul 100% dei posti disponibili e senza penalizzare alcuna categoria di docenti, eliminando gli invisi e deleteri vincoli quinquennali e triennali ed ogni altra limitazione a danno dei docenti aventi diritto”.
“Il diritto al trasferimento sulle sedi disponibili – conclude – è un diritto di tutti i docenti, pretendiamo che si rispetti!”
Ma è proprio vero che bloccando la mobilità si ottiene il risultato di avere posti per le assunzioni?
Certamente non è così e lo ha spiegato molto bene Marco Campione, esperto di politiche scolastiche, che ha operato come per diversi anni al Ministero fino all’arrivo del Governo Conte.
In un articolo molto attuale, anche se non recentissimo, pubblicato nella testata on line Stati Generali Campione sostiene che il punto di partenza potrebbe essere quello di mantenere per il prossimo anno gli stessi contratti a tempo determinato in essere quest’anno.
“Dal punto di vista pratico – aggiunge – lo si può fare in due modi, consentendo ovvero non consentendo la mobilità dei docenti di ruolo. Nel primo caso non potresti confermare i precari che hanno lavorato su un posto che sarà occupato da un collega di ruolo che ha chiesto il trasferimento (nel 2020 sono stati 55.000). Per i trasferimenti nella stessa provincia si tratterebbe per lo più di una operazione a somma zero e quindi bloccare questi trasferimenti non produrrebbe vantaggi su questo fronte. Per quelli interprovinciali invece (più o meno il 25% del totale) ovviamente non sarebbe garantita la possibilità di coprire il posto che viene lasciato libero da chi ha ottenuto il trasferimento, allungando i tempi per queste 10-12.000 nomine”.
Nell’articolo, Marco Campione fa un’analisi dettagliata della questione e fornisce anche dati piuttosto precisi dai quali in ultima analisi emergono due punti importanti: il primo è che un blocco generalizzato della mobilità avrebbe effetti limitati, perché ovviamente i trasferimenti provinciali non inciderebbero affatto sul numero dei posti disponibili per le assunzioni, che avvengono appunto a livello provinciale; il secondo è che bloccare alcune tipologie di trasferimenti potrebbe invece avere effetti pratici significativi anche se non risolutivi.
Per esempio limitare i trasferimenti dalle province del nord a quelle del sud potrebbe consentire di avere posti liberi per le assunzioni al sud evitando al tempo stesso di lasciare liberi posti al nord dove notoriamente è difficile assumere, soprattutto in alcune classi di concorso.
Ad ogni modo il “giallo” della mobilità potrebbe arrivare ad una svolta nei prossimi giorni quando il Ministero scioglierà le ultime riserve sulla ordinanza che già tre settimane fa sembrava in dirittura d’arrivo ma che poi si è incagliata per più di una ragione.
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