Riprende in serata il tavolo di confronto fra Governo e sindacati in materia di riforma del pubblico impiego.
L’incontro si era aperto già in mattinata ma è stato sospeso per consentire al Governo di fare una verifica sulle richieste sindacali.
A illustrare le rivendicazioni dei tre sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil è stato Antonio Foccillo, segretario nazionale di Uil Pubblico Impiego: “E’ necessario dare la possibilità ai contratti di derogare alle leggi presenti e future; ma anche restituire alla contrattazione le materie che riguardano la mobilità, l’inquadramento e l’organizzazione e liberare da ogni vincolo la contrattazione di secondo livello”.
Inoltre per la Uil “anche le sanzioni e i licenziamenti sono eccessivi e aggiuntivi”.
Maurizio Bernava, segretario confederale della Cisl, sottolinea la necessità di “riportare alla contrattazione le materie che servono a migliorare la qualità dei servizi, dalla flessibilità degli orari al salario accessorio”.
Le novità, ha rimarcato Bernava, “devono riguardare tutti i settori della Pubblica Amministrazione, inclusa la scuola”.
Come è facile intuire l’incontro potrebbe avere ricadute molto significative anche sulle vicende della scuola.
Se dovesse essere accolta la tesi sindacale (i contratti possono modificare le norme di legge), potrebbero cambiare molte cose a partire dal contratto sulla mobilità fino alla cosiddetta chiamata diretta.
Al momento, però, la possibilità vengano cancellate le norme della legge Brunetta del 2009 appare piuttosto remota.
Il nodo dovrà comunque essere sciolto a breve in quanto i decreti legislativi dovranno essere approvati nel corso del Consiglio dei Ministri previsto per venerdì prossimo.
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