Ancora in questi primi giorni del mese di settembre, durante le attività collegiali di inizio anno scolastico, si raccolgono i commenti di sconforto e di rammarico di alcuni insegnanti.
Commenti che hanno il sapore della protesta confidenziale fatta ad un collega, o del disappunto pronunciato a bassa voce borbottando fra se e se, in cui l’insegnante protesta per la propria assegnazione delle classi, per il proprio orario scolastico o ancora per non avere avuto il giorno libero richiesto. L’occhio degli insegnanti insoddisfatti corre sempre sulle classi assegnate agli altri colleghi, sul loro orario di servizio e anche sul loro giorno libero. Ecco emergere le differenze che non mancano mai di essere sottolineate ed evidenziate. Il Prof. Tizio ha avuto assegnate solo tre classi e per giunta le stesse dell’anno scorso, il suo orario è perfetto senza nemmeno un’ora buca, ed ha avuto anche il sabato libero. Invece il prof. Caio con sei classi, tre ore a disposizione ha due ore buche ed ha avuto martedì come giorno libero. Sono questioni che nella scuola sono sempre esistite, si è sempre operato utilizzando un occhio di riguardo verso gli anziani professori che hanno fatto la “storia” della tale scuola a discapito di altri insegnanti novelli o poco collaborativi.
Anche quest’anno, come da tradizione, si ripetono le stesse scene e si sentono le solite lagnanze. Insegnanti, attenzione però a non lamentarvi troppo, perché quello che è previsto nel vostro futuro, potrebbe essere ancora molto più pesante. Altro che l’assegnazione di un giorno libero non desiderato o qualche ora buca nel vostro orario o l’assegnazione di una classe piuttosto che un’altra, nel futuro degli insegnanti è prevista una massiccia dose di mobilità e flessibilità oraria.
Con la riforma della scuola la mobilità dei docenti è destinata a cambiare profondamente, ma non è chiaro quali saranno le norme che la regoleranno. Si parla di vera autonomia scolastica, di organico funzionale rafforzato, di una maggiore mobilità dei docenti, di una nuova organizzazione e gestione collegiale della scuola, di una integrazione orizzontale e verticale, tra reti di scuole che condividono i docenti dell’organico funzionale, di una maggiore flessibilità dell’orario di servizio dei docenti dell’organico di rete. Le parole mobilità e flessibilità usate in questo contesto non rappresentano un vantaggio contrattuale del lavoratore, ma un più libero utilizzo delle risorse umane e professionali da parte della scuola. In questi giorni, mentre i docenti stanno guardando la pagliuzza del torto subito sul proprio orario scolastico o sulle classi assegnate, si sta preparando un trave che si chiama mobilità e flessibilità oraria in contesti di organici funzionali e organici di rete di scuole.
Ma tutto questo è negativo? Potrebbe anche non esserlo se regolato da norme contrattuali che tengano conto dei giusti diritti dei lavoratori e anche della giusta remunerazione stipendiale. Certo è che quando arriverà la mobilità e flessibilità oraria pe r i docenti, non sentiremo più lamentele per i giorni liberi desiderati e non concessi, per le ore buca ricevute e per le classi assegnate e non desiderate.