Alla Ministra dell’istruzione
Buongiorno, siamo due coniugi di origini siciliane che dopo tanti anni di precariato hanno deciso di migrare al nord (in Piemonte) per ottenere l’agognato ruolo.
Dopo essere stati stabilizzati, nel 2014, abbiamo continuato a esercitare con sempre più entusiasmo e dedizione la nostra professione senza mai chiedere assegnazione provvisoria o trasferimento per paura di non riuscire ad ottenerlo entrambi, separandoci di fatto con 1500 km di distanza tra noi e la nostra bimba di 4 anni.
Lo scorso anno le condizioni di trasferimento, per noi entrati in ruolo nel 2014, erano molto vantaggiose ma la paura di un esodo di massa e di una eventuale nostra separazione ci ha indotto a ritirare la domanda precedentemente fatta; pensavamo anche che quest’anno i trasferimenti sarebbero stati molto limitati visto che era stato dichiarato che solo per il 2016-17 la mobilità fosse straordinaria e con il vincolo triennale nel 2017-18 solo in pochi avrebbero potuto accedervi.
Purtroppo cambiano continuamente i governi e le regole del gioco anch’esse cangianti stravolgono qualunque pianificazione delle nostre vite.
Teniamo tanto alla possibilità di rientrare nella nostra terra, nella nostra casa, ma soprattutto vorremmo non tradire la fiducia che i nostri genitori ormai anziani ripongono in noi per un aiuto. Come si fa a scegliere fra il coniuge e la bimba o i nostri genitori abbandonati a se stessi?
Conoscendo più colleghi nella nostra stessa situazione, appellandoci alla Sua storia di sindacalista, Le chiediamo di dare una possibilità a tutte le coppie di Docenti, che devono potersi ricongiungere alle proprie famiglie originarie senza lasciare il proprio coniuge o i propri figli, concedendo almeno la possibilità di rinunciare al trasferimento se ottenuto da uno solo dei coniugi.