Il lavoro nobilita l’uomo (Charles Darwin) cioè lo rende nobile, migliore. La sua importanza è così elevata da essere universalmente riconosciuta. Il lavoro è fondamentale, lo sancisce anche la nostra Costituzione nell’art. 1, indispensabile, necessario. Senza lavoro c’è il nulla.
Cosa accade dunque, quando questo diritto ampiamente esercitato da alcuni cittadini non viene riconosciuto dalla Res Publica che dovrebbe tutelarlo?
La legge n. 62 del 2000 sancisce la pari dignità tra le istituzioni scolastiche statali e non statali, dignità e parità che, inevitabilmente, dovrebbero essere riconosciute ai docenti che hanno prestato servizio all’interno di questi istituti.
La ripetuta esclusione dai CCNI di mobilità, nella parte relativa alle Note Comuni, del servizio prestato nelle scuole paritarie, palesemente in contrasto con una legge nazionale e con i principi comunitari di non discriminazione e di parità di trattamento, ha convinto alcuni docenti di ogni ordine e grado di varie regioni ad autotutelarsi, associandosi in un Comitato, che possa rivendicare il riconoscimento dei mancati diritti lavorativi.
È bene ricordare infatti che nella gerarchia delle fonti, la contrattazione collettiva assume una posizione intermedia, al di sopra della quale si trovano la legge, la Costituzione, le norme di diritto internazionale, i regolamenti e le direttive comunitarie dispositive.
Il nostro Legislatore ha previsto che il contratto collettivo nazionale possa contenere delle deroghe alle disposizioni di legge a condizione, però, che esse siano più favorevoli per il lavoratore.
Non mi pare che i vari CCNI abbiano applicato la c.d. derogabilità in melius anzi, con l’avvento della L.107/2015 non si è fatto altro che avvallare la disparità di trattamento tra soggetti che svolgono uno stesso lavoro.
L’Italia ancora una volta è il fanalino di coda nell’ottemperare alle direttive di un’Europa, che fa della sussidiarietà il suo principio cardine.
Che venga dunque rispettato in toto il principio di non discriminazione, formatosi intorno alle sentenze relative alla direttiva europea 70/99!
Il nascente Comitato per il riconoscimento del servizio pre-ruolo svolto nella scuola paritaria, coadiuvato dall’intrepido avv. Angela Maria Fasano di Palermo, è ben determinato a far valere le sue ragioni innanzi a qualunque autorità giudiziaria, sia italiana che sovranazionale.