L’Agenzia nazionale Erasmus + Indire ha realizzato un’indagine sui risultati delle azioni di mobilità, per misurare l’impatto e riflettere sulla qualità degli apprendimenti, e i risultati dell’analisi sono stati pubblicati in questi giorni sul sito dell’Indire. In totale, sono stati analizzati 624 progetti afferenti ai settori Scuola e Educazione degli Adulti (azioni KA101 e KA104) finanziati tra il 2015 e il 2018, per rispondere alle seguenti domande: Chi ha beneficiato di questa opportunità? Che tipi di attività sono state realizzate? Quali le destinazioni scelte? Quale impatto si rileva in termini di competenze nell’insegnamento?
Dall’analisi dei due Participant Report, i questionari compilati dai partecipanti all’interno del database europeo dopo aver realizzato la mobilità, è emerso un quadro d’insieme, che evidenzia la qualità delle sperienze vissute da pare di docenti, dirigenti, formatori e amministrativi, che hanno realizzato un percorso di apprendimento in un altro Paese. Chi è partito in mobilità ha scelto di vivere e apprendere in contesti europei, per conoscere nuovi programmi e sistemi educativi, per rafforzare le pratiche di insegnamento e gestione delle classi. L’indagine, in entrambi i report, sottolinea che le mobilità per l’apprendimento Erasmus+, nel corso degli anni, hanno riscosso sempre un ampio successo, come indicano le percentuali di gradimento dei partecipanti: per lo staff della Scuola si arriva al 98,4% e per il settore EdA al 97,7%.
Il settore istruzione scolastica
Per il settore scuola, dall’indagine emerge che l’Italia è al 7° posto per numero di progetti di mobilità finanziati, dopo Germania, Spagna, Regno Unito, Turchia e Polonia. I dati raccolti informano che sono state finanziate, per le mobilità europee, 11.443 persone tra insegnanti, dirigenti e personale della scuola, di cui le donne, rappresentano il 78% sul totale dei partecipanti, mentre l’età di chi è partito si attesta tra i 47 e i 64 anni e, nel 90% dei casi supera i 50 anni.
La maggior parte dei partecipanti ha scelto di seguire un corso di formazione strutturato (8.000 su circa 11.000 mobilità), alcuni hanno preferito un percorso di job shadowing (quasi 2.800 partecipanti) e solo una minima parte ha realizzato un’attività di insegnamento presso un istituto scolastico all’estero. Le destinazioni preferite dagli italiani sono i paesi anglofoni, in primis il Regno Unito, mentre l’Italia è meta preferita in Europa di un cospicuo numero di docenti e non docenti.
Dopo l’esperienza, i docenti affermano di aver migliorato i metodi e le pratiche di insegnamento, sostengono inoltre che la conoscenza e rilevanza della materia insegnata è cambiata in modo significativo. Ѐ cresciuta la conoscenza delle opportunità di finanziamento a livello europeo, ampliati i rapporti personali e professionali con istituti di altri paesi.
In dettaglio, il Report sulla scuola, relativo all’analisi qualitativa e quantitativa delle mobilità, prende spunto dai dati aggregati raccolti attraverso la piattaforma Dashboard e dal Mobility Tool, che sono serviti per avere un quadro complessivo dell’impatto dell’Azione KA1, mobilità dello staff nel settore istruzione scolastica, andando a focalizzarsi sull’impatto sulle competenze individuali e in generale sulle istituzioni e sulle metodologie didattiche, Nel Report è anche evidente la crescita dei numeri di candidature presentate, che dal 2015 sono passate da 91 finanziate nel 2015 a 170 nel 2018 e a 225 nel 2019. Il totale dei partecipanti alle azioni di mobilità nel periodo considerato ammonta a circa 11.500 componenti dello staff.
Uno sguardo alle tematiche ci dice che esse in qualche modo restituiscono e rispecchiano, da una parte, gli interessi didattici predominanti nel mondo della scuola, e dall’altra sono una risposta ai bisogni formativi più urgenti, e riguardano infatti soprattutto l’insegnamento delle discipline linguistiche, l’adozione e il rinnovamento delle metodologie didattiche, il miglioramento delle competenze digitali per la qualità dell’insegnamento, lo scambio di buone pratiche per la lotta all’abbandono scolastico e nuove strategie per l’inclusione sociale.
Sempre per quanto riguarda l’Azione KA1, i dati dell’impatto sono molto incoraggianti rispetto ai criteri qualitativi di riferimento: le percentuali più significative si registrano per i primi tre Indicatori relativi al gradimento generale del percorso formativo, al miglioramento delle competenze, al riconoscimento formale delle attività di apprendimento, evidenziati in rosso. La percentuale più bassa (una media del 56,7%) è quella relativa alla Employability.
Nel complesso, scrivono i redattori del Report sull’istruzione scolastica Non ci sono particolari commenti da aggiungere all’evidenza dei dati emersi dalle risposte del Participant Report. I progetti di mobilità per l’apprendimento Erasmus+ hanno stimolato una maggiore condivisione e collaborazione all’interno delle scuole incentivando il coinvolgimento di staff che in precedenza non aveva mai fatto percorsi professionali in ambito europeo. E tutto lo staff coinvolto lo raccomanda vivamente come esperienza fondamentale per la crescita professionale. La prossima sfida sarà riuscire a sfruttare al meglio le ricadute positive della crescita professionale dello staff in formazione, soprattutto all’interno delle scuole. Ma soprattutto sarebbe auspicabile trovare meccanismi di riconoscimento formale della mobilità Erasmus+ (con crediti formativi, riconoscimenti, opportunità di carriera) codificato e strutturato dal sistema di istruzione e formazione nazionale. (pagina 29).
Educazione degli Adulti
Anche per il settore educazione degli adulti, i risultati che emergono sono significativi. I questionari analizzati sono circa 1700 afferenti a 88 progetti KA104. Lo staff coinvolto, nella maggioranza dei casi, proviene dal settore non formale, e partono, come per il settore scuola, più le donne rispetto agli uomini, scegliendo di frequentare corsi strutturati, la tipologia di attività preferita; le motivazioni e i bisogni formativi più ricorrenti sono legati alla conoscenza di buone pratiche in contesti europei e all’acquisizione di competenze spendibili e utili per l’attività professionale.(pagina 6)
L’Azione Chiave 104 del programma Erasmus+ – mobilità individuale per l’apprendimento, KA104, è nata per offrire opportunità di formazione all’estero di tutto il personale coinvolto nell’educazione degli adulti; le esperienze di apprendimento sono finalizzate alla partecipazione a corsi strutturati, eventi formativi o job shadowing (periodi di osservazione in un istituto partner di un altro paese), oppure per svolgere un periodo di insegnamento o formazione in un istituto partner europeo. Le mobilità sono strutturate all’interno di un progetto che risponde alle esigenze formative dell’istituzione di riferimento, coerentemente con l’individuazione dei bisogni formativi dell’istituto e del personale interessato per avviare un processo di sviluppo e miglioramento delle prassi gestionali come quelle metodologiche e didattiche in ambito internazionale.
Nel complesso, l’azione, fanno notare i ricercatori di Indire che hanno curato l’analisi del Report, mostra un incremento importante in termini di progetti finanziati e di partecipanti coinvolti. Dal 2015 al 2018, i progetti finanziati sono passati da 19 a 26, una crescita pari al 37% con relativo aumento del budget assegnato per le attività, da 612.000 a 1.157.000 euro. Da rilevare che i progetti finanziati nel 2018 sono ancora in fase di svolgimento, infatti i progetti conclusi (con lo status Finalised ad Aprile 2020) sono 8 su 27, pertanto le mobilità di apprendimento sono tuttora in corso, in particolare per le proposte di durata biennale. Riteniamo utile aggiungere che su un totale di 88 progetti (di cui 68 conclusi) ci sono 23 consorzi beneficiari di un finanziamento, impegnati nel coordinamento delle attività di più istituzioni. Il budget complessivo attribuito, dal 2015 al 2018, ai progetti KA104 ammonta a circa 2.200.000 euro (pagina 12).
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