La prossima mobilità della scuola sta diventando come un gioco dell’enigmistica, dove nulla è veramente chiaro e si va avanti cercando di trovare soluzioni improbabili e tortuose.
Si tratta di una partita che si gioca tra le rigide maglie di una legge, la numero 107/2015 anche detta “Buona Scuola”, scritta male e fortemente iniqua.
La legge regola la mobilità 2016/2017 attraverso i commi 73 e 108, dispone alcune rigidità peggiorative dello stato giuridico dei docenti.
Infatti, secondo quanto scritto nel comma 73 suddetto, il personale docente in esubero o individuato come soprannumerario nell’anno scolastico 2016/2017 è assegnato agli ambiti territoriali. Inoltre il comma 73 chiude specificando che dall’anno scolastico 2016/2017 la mobilità territoriale e professionale del personale docente opera tra gli ambiti territoriali.
Questa conclusione sta a significare che chi fa domanda volontaria di mobilità territoriale, quindi sia all’interno della stessa provincia che interprovinciale, e chi fa domanda di mobilità professionale, cioè passaggio di ruolo o cattedra, non potrà chiedere delle scuole ma solo degli ambiti territoriali.
Nello stesso comma è disposto che i docenti neo assunti in fase 0 ed A, sia da GaE che da GM, si applicano le vecchie regole della mobilità, ovvero avranno attribuita come sede definitiva del ruolo una scuola di titolarità. Invece il comma 108 della legge 107/2015 regola la mobilità dei docenti immessi in ruolo con la fase B e C. Questi docenti entrati in ruolo dalle graduatorie ad esaurimento saranno chiamati a presentare domanda di mobilità per l’anno scolastico 2016/2017 su tutti gli ambiti territoriali a livello nazionale. Mentre quelli entrati in ruolo in fase B e C dalle graduatorie di merito del concorso 2012 avranno solo l’obbligo, presumibilmente, di esprimere gli ambiti della sola regione, che sembrerebbe essere quella del concorso, questo deve essere ancora chiarito.
In buona sostanza questa mobilità sembra essere una vera e propria Babele. Dall’incontro tra Miur e Sindacati è stato deciso di non rispettare in pieno il comma 73 della legge 107/2015, consentendo ai docenti entrati in ruolo entro il 2014 di trasferirsi, solo all’interno della provincia di titolarità, da scuola a scuola. Questo andrebbe a vantaggio dei docenti in esubero o DOS, che intendono acquisire una titolarità di scuola o rientrare nella ex scuola di titolarità se trasferiti come perdenti, posto negli ultimi 8 anni.
Questo accordo, che comunque deroga per un anno dalla legge 107/2015, dovrebbe essere concesso anche per i docenti che si muovono a livello interprovinciale e sono entrati in ruolo entro il 2014, ma in questo caso il Miur non sarebbe d’accordo a concedere questo vantaggio. E poi ci sono i docenti della fase B e C che non vorrebbero essere gli unici a finire negli ambiti territoriali, ma su questo punto il Miur non transige.
Sulle prossime mosse dei Sindacati e dei tecnici del Miur vige l’estremo silenzio e di mobilità non vogliono proprio parlarne, tradendo una certa tensione e facendo vedere che i nervi sono a fior di pelle.
Anche tra i sindacati c’è un’apparente armonia e unitarietà, ma qualcuno teme giochi sottobanco e accordi pericolosi. Intanto il prossimo incontro tra Miur e Sindacati è stato fissato il prossimo 11 gennaio.
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