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Mobilità, Giuliani: le regole della riforma Renzi rimangono, almeno per l’anno prossimo

Dopo la caduta del Governo Renzi, il primo scoglio da superare nella scuola è la mobilità del prossimo anno.

Un compromesso, vista la situazione politica di forte incertezza ma anche l’esigenza di chiudere il contratto in tempi ridotti, potrebbe essere quello di confermare l’accordo dello scorso anno, con i docenti assunti fino al 2014. I quali continuerebbero a spostarsi ancora scuola su scuola.

Lo ha detto il nostro direttore, Alessandro Giuliani, nel corso della rubrica settimanale “L’angolo del direttore”, svolta il 5 dicembre su Radio Cusano Campus, commentando la caduta del Governo a seguito dell’esito negativo del referendum costituzionale del 5 dicembre.

“La replica del contratto sulla mobilità del 2016 – ha tenuto a dire – sarebbe anche un’ipotesi ottimistica. Perchè dal prossimo mese di settembre potrebbero anche essere applicate in toto, in modo ‘puro’, le norme previste dalla Legge 107/2015, con la collocazione di tutti i docenti trasferiti negli ambiti territoriali e quindi sottoposti pure a chiamata diretta. Difficilmente, il nuovo Governo, di tipo transitorio, si prenderà la briga di modificare le norme della ‘Buona Scuola’, seppure fortemente contestate”.
“Per rispondere positivamente ai sindacati, che chiedono di abolire ambiti territoriali e chiamata diretta – ha detto Giuliani – i dirigenti del Miur dovrebbero superare contrattualmente quanto previsto dalla Legge 107: visti i precedenti dello scorso anno sulla chiamata diretta, quando la trattativa si inchiodò sui requisiti considerati troppo ‘larghi’ per i sindacati, francamente non ce la sentiamo di alimentare aspettative”.

 

 

“È verosimile che per assistere ad un cambiamento sostanziale delle regole sulla mobilità, ma anche sul merito professionale introdotto con la Legge 107/15 – ha concluso il direttore su questo punto – bisogna attendere che vi rimetta mano a livello legislativo il Governo che verrà a costituirsi nella prossima legislatura. Ma i tempi non sono brevi. Potrebbero passare almeno sei mesi. Quindi, per il prossimo anno scolastico, il 2017/18, le regole rimarranno sostanzialmente quelle in vigore”.

Durante la trasmissione, si è parlato anche dell’intervista realizzata al costituzionalista Alberto Lucarelli, dell’università Federico II di Napoli (“ci ha detto che con il piano straordinario di assunzioni della Buona Scuola, il Miur ha dato la precedenza alla copertura dei posti piuttosto che ad assumere vicino casa chi aveva più punti e anzianità ed è per questo motivo che gli assunti con la fase B sono stati mandati quasi tutti lontano”) e anche del nuovo Tfa sostegno, appena avviato dal Miur attraverso un decreto ad hoc: Giuliani ha ricordato che il corso specializzante sarà riservato a docenti giù abilitati, che si svolgerà sicuramente una prova pre-selettiva, che i posti a disposizione sono in tutto più più di 5mila, anche se quelli liberi sono molti di più, e che i costi di accesso alle prove e ai corsi saranno tutt’altro che contenuti (fino a 200 euro i primi e quasi 4mila euro quelli di frequenza delle lezioni universitarie).

 

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Redazione

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