“Se, come è vero, il blocco triennale di mobilità interprovinciale dei neo-assunti verrà anche nel 2017 superato, pure gli assunti fino al 2014 devono avere la loro deroga”.
Lo ha detto, Alessandro Giuliani, nel corso della rubrica settimanale “L’angolo del direttore”, andata in onda il 12 dicembre su Radio Cusano Campus, commentando la trattativa in corso – tra Miur e sindacati – per la stesura del contratto nazionale sulla mobilità del prossimo anno scolastico.
“Chi ha maggiore anzianità di servizio – ha ribadito Giuliani – è giusto che faccia valere i propri diritti: questi insegnanti, giustamente, chiedono di potersi trasferire da scuola a scuola. Senza passare per gli ambiti territoriali e la chiamata diretta che ne deriva. Credo che la nomina del nuovo ministro dell’Istruzione, possa favorire questa eccezione al comma 73 della Legge 107/2015: lo scopriremo nei prossimi giorni, anche se l’accordo di massima è già stato raggiunto, dall’amministrazione con i sindacati, per chiudere molto prima dell’anno scorso, culminato con gli effetti negativi derivanti da quello che alcuni sindacati hanno ribattezzato come l’algoritmo impazzito dei trasferimenti”.
“Comunque, anche per gli assunti con la Buona Scuola – ha aggiunto il nostro direttore – crediamo che alla fine verrà confermata la possibilità di spostarsi in assegnazione provvisoria: è una soluzione che potrebbe andare incontro a tanti docenti, altrimenti costretti a svolgere il loro lavoro a centinaia se non mille chilometri da casa”.
Durante la trasmissione, si è anche parlato di quelle scuole paritarie che non percepiscono compensi ai docenti supplenti: come ricordato la scorsa settimana dal “Venerdì” di Repubblica, in queste scuole paritarie i precari sono compensati solo con certificati di servizio, utili ad acquisire punteggi nella III fascia d’istituto degli istituti pubblici. Fa bene il Miur a cercare di contrastare questo fenomeno. E a revocare l’equiparazione alle scuole statali a quegli istituti che non corrispondono compensi ai supplenti. Certo – ha concluso Giuliani – basterebbe incrociare i dati dei precari con quelli degli enti previdenziali. Ma se ne parla da anni ma, intanto, il malcostume continua”.
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