Sono marito di una insegnante siciliana, precaria della scuola primaria da quasi 28 anni, appena immessa in ruolo, ma coinvolta nell’esodo forzato dovuto alle conseguenze dei criteri della legge 107.
Marito, sì, perché queste manovre toccheranno le famiglie più di quanto si possa immaginare.
Il sottosegretario Faraone e la senatrice Puglisi continuano a difendere i loro numeri e smentire quelli che si rincorrono sul web e sui giornali.
Nelle ultime ore i sindacati presi letteralmente d’assalto, sembra abbiano però preso coscienza che quanto denunciato corrisponda alla realtà e si stanno muovendo affannosamente per provare a individuare insieme al governo facili toppe per risolvere solo alcuni casi, ipotetico frutto di errori documentabili, imputabili al malfunzionamento di un fantomatico algoritmo, sempre che oggetto di reclamo e di conseguente conciliazione che non andrebbe ad impattare su chi eventualmente oggetto di ricorso … incredibile!
Anche noi, analogamente al sottosegretario Faraone, diciamo ad alta voce “Facciamo chiarezza!”, magari però non partendo da proclami o campagne elettorali, ma da dati certi.
In Sicilia abbiamo assoluta certezza della dimensione del problema che si presenta in scala ben differente da quella preventivata ed ostinatamente difesa dai nostri politici in queste ore, basta vedere cosa sta succedendo nelle strade e nelle piazze, in Sicilia come in Campania.
Unica fonte rielaborabile di cui disponiamo sono i fogli elettronici contenenti l’elenco dei movimenti della scuola primaria e della secondaria di I grado. Non bisogna essere esperti di informatica per incrociare i dati del luogo di nascita degli insegnanti, con la regione dell’ambito o della scuola a cui sono stati assegnati.
Prendiamo in esame i nati in Sicilia e le loro destinazioni. Il quadro che emerge, purtroppo, va a supporto di quanto denunciato dai neoassunti appena coinvolti. Su un totale di circa 40.500 docenti coinvolti, quasi 9.700 sono nati nelle province siciliane e circa 2.300 sono destinati in Sicilia, buona parte, praticamente tutti, in rientro trasferiti da altre province. Ne consegue che circa 7.500 sarebbero oggetto di mobilità fuori regione, arrotondiamo per difetto al migliaio per errori involontariamente commessi o per domicilio fuori Sicilia o per una improbabile richiesta volontaria di destinazione fuori dalla regione: ecco il fatidico 7.000!
Il numero è evidentemente ben diverso, addirittura quasi decuplicato, rispetto a quello indicato con ostinazione dal ministero, e purtroppo non è escluso che vada a crescere già dalle prossime ore, in considerazione della prossima pubblicazione dei movimenti della scuola secondaria di II grado.
A questo punto, o il sistema ha miseramente fallito, oppure è stato commesso un errore di dimensioni macroscopiche che rischia di sconvolgere un paese.
Viene spontaneo chiedere al sottosegretario Faraone, al senatore Puglisi ed ovviamente al ministro Giannini come rimediare? Non ritenete sia forse il caso di provare ad intervenire con un decreto di urgenza per evitare un danno di queste proporzioni?
Piuttosto che affannarvi a difendere numeri differenti, cercare una spiegazione informatica o un capro espiatorio, perché non provate a trovare in fretta una soluzione al problema? In fretta però ripeto, perché voi da domani andreste in vacanza, noi invece saremmo impegnati a riorganizzare la nostra vita.
Massimo Bello
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