Alla vigilia dell’incontro probabilmente decisivo, tra Miur e sindacati, sulla mobilità 2017, tornano a farsi sentire con veemenza.
Sono le tante migliaia di docenti assunti con il piano straordinario della Buona Scuola, la Legge 107/2015, mandati lontano, se non lontanissimo, dalla propria abitazione.
Fanno capo a tre “sigle” associazionali: #vittimedella107, #8000esiliatifaseb, #vittimeerrorealgoritmo.
Si sentono danneggiati perché pur se in possesso di diversi anni di supplenze e non pochi titoli, quindi pur essendo posizionati molto più in alto in graduatoria rispetto ad altri colleghi assunti, si sono ritrovati collocati in ambiti territoriali davvero distanti.
Ed oggi, ancora beffati da una legge che di fatto ha capovolto i criteri di merito e competenze.
Attraverso una vera a propria petizione on line, si rivolgono quindi ai sindacati, chiedendo loro di essere “tutelati in sede di firma del prossimo contratto sulla mobilità ormai quasi alle porte. Sono due anni che ci sentiamo abbandonati da chi doveva salvaguardare i nostri diritti”.
“Lo scorso anno – continuano – la mobilità ha garantito a gran parte degli ante legem (in quanto lavoratori a t.i.) priorità sulla mobilità (Fase A); ma ciò che non comprendiamo è il motivo per cui quest’anno la tutela è tutta a favore dei residuali GAE e delle nuove assunzioni da GM, avendo preservato a quest’ultimi una quota pari al 60% dei posti resi disponibili”.
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Chiedono, quindi, che in sede di stipula del contratto di mobilità, i sindacati tengano conto delle loro richieste. Che ribadiscono:
– mobilità con PRECEDENZA su tutti i posti derivanti dalla trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto (posti che da sempre abbiamo occupato da precari) affinché vengano sanati gli errori commessi sia in fase assunzionale che di mobilità
– mobilità senza vincoli e su tutte le classi di concorso per le quali si possiede abilitazione.
“Tutto ciò al fine di ripristinare il rispetto dei diritti che ci spettavano in quanto iscritti nelle GAE provinciali da decenni. Ricordiamo – continuano le associzioni – che in qualsiasi ente e settore della P.A. dello Stato italiano i sindacati di categoria hanno sempre cercato di salvaguardare innanzitutto i diritti del personale a tempo indeterminato”.
“Vorremmo che così fosse anche nella scuola pubblica per continuare a lavorare, per continuità didattica perpetrata nei decenni da precari, sui nostri posti che le assegnazioni provvisorie hanno dimostrato non mancare”.
Chiudono, quindi, con una sorta di diktat: “le nostre sono eque richieste di lavoratori, che si rivolgono ai propri sindacati dai quali attendono azioni incisive per il ripristino del MERITO, prima che lo facciano i TRIBUNALI (Europei e nazionali)”.
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