Categorie: Mobilità

Mobilità: i sindacati non vogliono gli ambiti territoriali

Il contratto integrativo sulla mobiità procede come nelle previsioni: anche l’incontro odierno si è concluso con un nulla di fatto.

In materia di mobilità, il Ministero sta proponendo un contratto che porta in applicazione la legge 107, mentre i sindacati, da parte loro, chiedono un rinvio anche in relazione alle molteplici contraddizioni contenute nella legge stessa.
Il nodo fondamentale riguarda la costituzione degli ambiti territoriali che i sindacati vorrebbero rinviare almeno di un anno. Da questo dipende l’applicazione di un aspetto fondamentale della legge: senza ambiti la mobilità dovrebbe infatti svolgersi secondo le vecchie regole e quindi non ci sarebbe spazio per la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici.
L’Amministrazione intende però attivare gli ambiti in tempi rapidi (la legge per la verità dà tempo fino al 30 giugno) in modo da rendere effettiva la possibiità della chiamata diretta già per il prossimo anno scolastico.
Flc-Cgil, in un proprio comunicato, riassume così le proposte che il Ministero ha avanzato nell’incontro odierno:

 

– la mobilità rimarrà con cadenza annuale:

– i soli docenti neo-assunti in fase zero ed A e i docenti titolari sul sostegno nel secondo grado (attualmente titolari DOS) avranno diritto a chiedere la sede definitiva di scuola nella mobilità di seconda fase (e per questi ultimi si tratta di una novità che segue una nostra ferma richiesta):

– gli altri docenti potranno fare domanda di mobilità, sia territoriale che professionale, solo chiedendo gli ambiti territoriali (la quota riservata alla mobilità professionale sarà del 30%):

– prioritariamente i docenti assunti entro il 2014/2015 e, successivamente, anche i docenti assunti in fase B o C, ma solo se assunti dalle GAE avranno  diritto a partecipare alla mobilità straordinaria (ai sensi del comma 108 della legge 107/15), per tutti i posti e per tutti gli ambiti territoriali:

– confermato il blocco triennale per la mobilità verso altra provincia, sia per i docenti assunti in fase zero ed A sia per coloro immessi in ruolo da concorso in fase B o C.

 

Ovviamente le posizioni restano molto distanti ed è molto difficile che nel prossimo incontro previsto per il 14 dicembre si possa arrivare ad una conclusione positiva.
Si fa sempre più probabile l’ipotesi di un mancato accordo: in tal caso il Ministero dovrà regolare la materia con un atto unilaterale, come peraltro era già avvenuto in passato per il contratto integrativo sulle utilizzazioni.

Reginaldo Palermo

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