Mobilità, i soliti criteri sono una follia. E’ il Miur che ha sbagliato

Gentili Istituzioni, gentili Sindacati, abbiamo da poco appresso quali saranno, molto probabilmente, i criteri con cui verranno lavorate le domande di mobilità, attraverso cui i neo-assunti, del piano straordinario fase B e C da Gae, verranno assegnati al proprio ambito di titolarità. Pare che l’attribuzione avverrà secondo priorità di punteggio a scapito della preferenza geografica. Ci è stato detto che è cosa ovvia, perché trattasi della solita procedura adottata per le operazioni di mobilità.

Vogliamo far notare, che data la straordinarietà dell’operazione, che avverrà su tutti i posti disponibili e nell’obbligo di indicare tutti i 380 ambiti del paese, questo criterio ci sembra del tutto irresponsabile e foriero di situazioni paradossali, a tutto svantaggio di una razionale ed armonica gestione delle risorse.

Secondo questa procedura di assegnazione, verrebbe meno la stessa natura della mobilità, la cui ratio sta proprio in una selezione limitata delle preferenze geografiche tale da conferire al punteggio minore incidenza, contrariamente alla straordinarietà di una procedura secondo cui non sia più possibile delimitare il numero di preferenze di ambiti, ma indicarli tutti.

Non crediamo sia un dettaglio da poco, e travalichi di molto l’ovvietà, e ci chiediamo a chi possa portare vantaggio una tale follia. Perché? Cosa potrebbe seguirne?

Affidando priorità al punteggio, come criterio di attribuzione, la maggior parte dei docenti neo-assunti, nella fase nazionale del piano straordinario, sarà costretta a spostarsi, a effetto palle da biliardo, senza tener in alcun conto dell’insediamento sul territorio, dei posti assegnati SSIS relativi al fabbisogno territoriale, dei legami familiari.

La cosa ovvia è, invece, che i docenti, residenti in regioni a posti limitati, verranno sospinti laddove hanno priorità di punteggio, come coloro che sono stati trasferiti, per effetto del piano straordinario, difficilmente riusciranno a tornare a casa, pur scalzando qualcun altro da casa propria, finendo altrove. Un pasticcio. Nessuno andrà o rimarrà dove desidera.

Ci sembrerebbe vantaggioso per tutti, considerato anche la natura ora regionale dei nostri ruoli, che si creino opportuni argini, quantomeno regionali.

Vogliamo ricordare inoltre quanto segue:

 

  • E’ stato un errore del Miur non assegnare prima a mobilità i posti messi a disposizione per le assunzioni straordinarie. Ed è per tale errore che siamo costretti a questa ennesima, un po’ sadica, prova di resistenza, che, contrariamente al solito, avverrà su tutti i posti disponibili considerando vacanti e disponibili gli stessi posti dei neo-assunti GaE in fase nazionale (contrariamente ai GM), un’altra assurdità.

  • E’ stato un errore del Miur creare una fase B e C nazionale, con criteri di assegnazione diversificati, tale da ingenerare disparità ingiustificate, e ora una situazione ancora più complicata da gestire.

  • Noi docenti di fase C siamo stato ampiamente rassicurati che si sarebbe fatto il possibile per lasciarci a casa, ed infatti così è stato, in sede di assegnazione a novembre, avendo avuto il Miur premura di bloccare la prima provincia. E adesso, a riflettori spenti, la cosa non interessa più a nessuno? Tale premura fu solo a fini propagandistici? Siamo 50.000.

Ricordiamo che, lungi da noi, è ledere i diritti di qualsivoglia categoria: riteniamo giusto che gli “immobilizzati” ottengano quanto a loro sottratto (certo è più difficile comprendere perché non sul 50% ma su tutti i posti disponibili); riteniamo giusto che i docenti fase B e C rientrino a casa; riteniamo giusto, che al di là della bontà di questa legge, le norme si rispettino.

Chiediamo, altresì, che chi di dovere senta la responsabilità di non ingenerare un altro abnorme, inutile, dannoso pasticcio, avendo a cuore di limitare i danni. A mobilità straordinaria, occorrono criteri straordinari.

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