E’ tempo di mobilità, con i movimenti della scuola primaria e secondaria di primo grado già pubblicati, mentre cresce l’attesa per gli esiti della scuola superiore.
A tal proposito, come accaduto altre volte in passato, sono diversi i casi in cui un docente, che aveva fatto domanda per un dato posto X, è stato scavalcato da un collega che possedeva un punteggio inferiore.
Situazione che può essere considerato il leitmotiv dei trasferimenti del 2016, che a causa dell’algoritmo “impazzito” ha visto crescere esponenzialmente casi di questo tipo, che si sono conclusi o si stanno concludendo, con il ricorso in tribunale.
Anche quest’anno, si è già verificato qualche caso di sorpasso illegittimo e i docenti si chiedono, tuttavia, se è il caso di portare subito la questione in Tribunale oppure se esiste un’altra via.
Ebbene si, esiste un’altra strada per ottenere il posto che spetterebbe di diritto, ovvero la conciliazione, cioè, come riporta Italia Oggi, la presentazione di un’istanza indirizzata all’ufficio scolastico dove esporre i fatti, correlati da norme di legge o contratti che segnalino le irregolarità.
La conciliazione presente nell’ultimo contratto di mobilità professionale segue alcune modifiche apportate dal codice di procedura civile dall’articolo 31 della legge 4 novembre 2010 n°183.
Avvalendosi di tale conciliazione, il Ministero dell’Istruzione può autotutelarsi, scelta non casuale considerati gli innumerevoli ricorsi perduti in materia, anche in conciliazione, che metteva in posizione di eccessivo vantaggio i richiedenti.
Quindi, il Miur potrà correggere i propri errori direttamente, in base alle istanze che arriveranno agli USR. L’unica differenza rispetto al passato, è che il verbale di conciliazione non costituisce più titolo esecutivo, ovvero, in caso della mancata esecuzione delle pattuizione stabilite in sede di conciliazione, i docenti interessati non potranno più chiedere al giudice di dare esecuzione al verbale, si legge ancora su Italia Oggi, ma dovranno esperire le eventuali azioni giudiziali intentando le procedure tipiche del processo del lavoro.
Quindi, se dovessero esserci errori nei movimenti di mobilità, è bene valutare l’ipotesi della conciliazione, sperando in una risoluzione rapida ed indolore.
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