I lettori ci scrivono

Mobilità, inopportuno avviare la procedura in un momento così difficile per il Paese

Egregia Ministra,

sono una docente di scuola secondaria di secondo grado di Benevento, mi chiamo Lucia Di Gioia.

Nella tarda serata di ieri con notevole sorpresa e stupore leggo che ha frettolosamente firmato l’ordinanza sulla mobilità dei docenti e ATA. Stentavo a credere che in un momento come questo dove abbiamo appena registrato soli due giorni fa un picco di contagi e di morti che fa davvero riflettere e addolora un intero Paese, il NOSTRO PAESE, si sia ritenuto opportuno avviare una procedura che come lei ben sa coinvolge migliaia di docenti.

Sa dove vivono la maggior parte di questi docenti cara Ministra? Esattamente nelle zone più colpite del nostro Paese, quel Nord che stiamo cercando TUTTI e in TUTTI i modi di proteggere e di salvare insieme a tutta la NOSTRA ITALIA. Ci viene saggiamente imposto di STARE A CASA, di NON SPOSTARCI e noi tutti per amore della NOSTRA TERRA, della NOSTRA PATRIA, del PERSONALE OSPEDALIERO TUTTO che lavora da ormai un mese senza sosta, dei nostri cari ANZIANI e PERSONE DEBOLI, dei MALATI e degli ITALIANI TUTTI stiamo con fedeltà e convinzione rispettando ogni singolo decreto e divieto per proteggere tutto ciò a cui più teniamo! La NOSTRA SALUTE!

E lei? Lei firma un’ordinanza di mobilità… Mobilità cara Ministra… Un’istanza che molti docenti aspettano con ansia e che molto spesso compilano con l’ausilio di altri colleghi o a scuola nelle segreterie approfittando dell’aiuto degli assistenti amministrativi; una istanza che in sé contiene tante aspettative e preoccupazioni per chi la compila. Da lì dipende il loro futuro, la possibilità come lei sottolinea di “avvicinarsi alle proprie famiglie”. Forse le sfugge che molte zone d’Italia sono ancora zone rosse, quindi completamente bloccate. Forse le sfugge che l’Italia intera in questo momento è zona protetta. Forse le sfugge che molte persone stanno vivendo un incubo perché i loro cari sono appesi ad un respiratore in ospedale. Forse le sfugge che molti nostri concittadini stanno piangendo i loro affetti!!!! E forse le sfugge che TUTTI gli ITALIANI stanno A CASA per bloccare l’epidemia! Con quale spirito un docente può oggi fare una domanda così importante per lui? Se ha bisogno di aiuto a chi chiedere e dove andare se non può muoversi da casa?

Sono profondamente indignata e sconcertata. Ho sempre creduto che noi donne avessimo una marcia in più mi permetta di dirlo. Una marcia in più che ci viene dalla grande sensibilità e umanità che ognuna di noi ha… Ecco… questo una donna avrebbe dovuto capirlo… Questo una donna avrebbe dovuto intuirlo prima di tutti gli altri… Questo una DONNA di SCUOLA lo avrebbe dovuto sapere…. Mi perdoni cara Ministra. Questo è quello che in un momento come questo una DONNA sente. Ho scritto queste poche righe di getto e per rispetto e amore nei confronti di tutti i miei colleghi e del mondo della scuola tutto che in questi giorni sta combattendo un’altra lotta parallela a quella dell’epidemia in corso senza mai tirarsi indietro tra mille difficoltà e asperità, per rispetto e AMORE nei confronti delle ISTITUZIONI e di coloro che le rappresentano e ci rappresentano.

Spero che lei voglia ritornare sui suoi passi e voglia dare ai docenti e alla scuola tutta una risposta diversa da quella che ha appena provveduto a dare. Anche noi docenti agiamo sempre e solo per il BENE DEI NOSTRI STUDENTI e ne stiamo dando ampia dimostrazione anche in questo momento di difficoltà estrema. Ora, però, vorremmo anche noi un segnale di fiducia, un segnale di speranza, un segnale che ci dia prova della VICINANZA delle ISTITUZIONI. Il Presidente Conte ha concluso il discorso alla Nazione qualche sera fa dicendo “LO STATO C’E’”.

Noi ci crediamo cara Ministra. Ora è il momento per farci sentire che non siamo soli… .

Con profonda fiducia che queste mie parole possano arrivare a lei la saluto e le auguro buon lavoro.

Lucia Di Gioia

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